Aggressione a corteo Bari, sigilli a sede Casapound 

Aggressione a corteo Bari, sigilli a sede Casapound

(Fotogramma)

Pubblicato il: 11/12/2018 10:33

Sigilli alla sede di Casapound di via Eritrea a Bari, sequestrata oggi dalla Polizia di Stato. In quella zona, proprio nei pressi dei locali della sede del movimento di destra, il 21 settembre scorsosi verificarono infatti incidenti dopo la manifestazione antirazzista ‘Mai con Salvini’, organizzata nel quartiere Libertà. Secondo quanto riferito dalle organizzazioni e dai movimenti di sinistra, alcuni militanti furono aggrediti deliberatamente da esponenti di Casapound Italia nei pressi del locale posto oggi sotto sequestro. Due manifestanti furono medicati in ospedale. Per Casapound Italia Bari si sarebbe trattato della risposta a un tentativo di assalto alla sede dell’associazione di destra. Circa trenta militanti di Casapound furono identificati e portati in questura. Le persone che avrebbero aggredito i militanti antirazzisti sarebbero state almeno cinque o sei armati di mazze e cinghie.

Secondo quanto reso noto dalla Questura, si tratta di una misura cautelare preventiva disposta dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Bari su richiesta della Procura della Repubblica. Il sequestro è stato effettuato dalla Digos in relazione ai fatti dello scorso 21 settembre. In quella occasione, al termine del corteo di protesta, alcuni partecipanti alla manifestazione subirono “una brutale aggressione”, scrive la Questura, da parte di un gruppo di persone provenienti proprio dalla sede di Casapound, nelle cui vicinanze si era conclusa l’iniziativa politica ‘Mai con Salvini’.

A conclusione dell’attività investigativa sviluppata dalla Digos, risultano indagati 30 militanti di Casapound (di cui 2 minorenni) per la violazione degli articoli 1 e 5 della legge 645 del 1952 (cosiddetta legge Scelba), dei quali 10 ritenuti responsabili di lesioni aggravate in concorso. Risultano indagati anche 5 militanti del centro sociale ‘Ex Caserma Liberata’ per violenza e minacce nei confronti di pubblici ufficiali appartenenti alle Forze dell’Ordine. Infatti, gli esponenti del movimento di sinistra, dopo aver appreso la notizia dell’aggressione, cercarono di raggiungere la sede di Casapound per entrare in contatto con gli estremisti di destra, e per fare questo avrebbero aggredito, a loro volta, le Forze di Polizia intervenute per ristabilire l’ordine.

Le perquisizioni delegate dall’Autorità giudiziaria ed effettuate lo scorso 5 ottobre a carico degli indagati e nella sede di Casapound, hanno consentito anche il ritrovamento di alcuni oggetti utilizzati durante l’aggressione, tra cui, all’interno della sede, quattro manubri da palestra indicati, dalle stesse vittime, in possesso degli aggressori.