Curarsi ‘missione impossibile’: 1 segnalazione su 3 al Tdm  

Curarsi 'missione impossibile': 1 segnalazione su 3 al Tdm

Pubblicato il: 11/12/2018 11:08

Costi in aumento e liste d’attesa rendono sempre più una ‘missione impossibile’ diagnosi e cure con il Ssn. Sono aumentate le segnalazioni di cittadini che denunciano di non poter accedere ai servizi sanitari: nel 2017 si tratta di oltre un cittadino su tre (37,3%) fra quelli che si sono rivolti a Cittadinanzattiva-Tribunale per i diritti del malato, il 6% in più rispetto all’anno precedente. Le liste di attesa, soprattutto per esami come mammografie, risonanze e Tac, e i costi a carico dei cittadini, in particolar modo per ticket, farmaci e prestazioni in intramoenia, restano le “note dolenti” per curarsi nel nostro Paese.

Si attendono, infatti, in media 15 mesi per una cataratta, 13 mesi per una mammografia, 12 mesi per una risonanza magnetica, 10 per una Tac e per una protesi d’anca, 9 mesi per un ecodoppler e 7 per una protesi al ginocchio. Non solo. In aumento anche le problematiche legate all’assistenza territoriale, in particolare quella di base erogata da medici di famiglia e pediatri. Circa il 15% dei cittadini segnala carenze, come il rifiuto delle prescrizioni (30,6%), l’inadeguatezza degli orari (20,7%), la sottostima del problema segnalato dal paziente (15,6%).

Diminuiscono invece le segnalazioni di presunti errori medici e i disagi legati al riconoscimento dell’invalidità civile e dell’handicap. A fare il quadro della sanità italiana vista dai cittadini è il XXI Rapporto Pit Salute, dal titolo ‘Tra attese e costi, il futuro della salute in gioco’, presentato oggi da Cittadinanzattiva-Tribunale per i diritti del malato, con il sostegno non condizionante di Fnopi, Fnomceo e Fofi. Ben 20.163 le segnalazioni analizzate, arrivate fra gennaio e dicembre 2017.

Come già emerso negli anni precedenti, il rapporto conferma il calo delle segnalazioni di presunti errori nella pratica medica ed assistenziale: nel 2017 si arriva al 9,8% rispetto al 13,3% del 2016. Per circa il 46% si tratta di presunti errori di diagnosi e terapie. Per la diagnosi le prime tre aree segnalate sono quelle dell’oncologia (20,5%), dell’ortopedia (15,8%) e della ginecologia e ostetricia (11,7%); per gli errori terapeutici prima è ortopedia (21%), seguita da chirurgia generale (13,5%) e ginecologia ed ostetricia (11,5%).

“Preoccupa”, evidenzia il Tdm, “l’incremento di segnalazioni sulle cattive condizioni delle strutture che salgono dal 30,4% al 33,4%. In particolare, i cittadini denunciano macchinari obsoleti o rotti, ambienti fatiscenti, scarsa igiene nei bagni o negli spazi comuni. Un trend in aumento negli anni è quello relativo alle infezioni contratte in ambiente sanitario (4,9%)”.

Le segnalazioni su assistenza ospedaliera e mobilità sanitaria rappresentano il 9% del totale. In particolare, sul fronte dell’assistenza ospedaliera che raccoglie l’86% delle lamentale, i cittadini denunciano le carenze della rete di emergenza-urgenza, per le lunghe attese al pronto soccorso (44,4%), la scarsa trasparenza nell’assegnazione del triage (36,2%), e la richiesta di ticket (9,1%). Seconda voce è quella della mobilità sanitaria (14%), dove le persone incontrano problemi relativi ai rimborsi spesa per le cure fuori regione o in altri Paesi europei o anche la mancata autorizzazione da parte della Asl.

Infine, il capitolo farmaci. Si attestano al 3,4% i contatti su problemi nell’accesso ai medicinali. In testa le difficoltà per ottenere i farmaci innovativi per l’epatite C (30,4%, ma in netto calo rispetto al 44,4% del 2016); seguono, in aumento, le segnalazioni per medicinali non disponibili (28,2%) e quelle riguardanti la spesa privata (20,4%), compresa quella per i farmaci regolati da nota limitativa (6,4%). Difficoltà in aumento anche per i farmaci con piano terapeutico (5,4%) e off label (4,6%).

Le aree cliniche più interessate dai problemi di accesso ai farmaci sono l’epatologia (28,2%), l’oncologia (10,7%), l’oculistica (10,6%) e la neurologia (9,8%).

ATTESE SEMPRE PIU’ LUNGHE – Continuano a crescere le le liste d’attesa, soprattutto per gli interventi chirurgici, ma anche per trattamenti anti-cancro come chemio e radioterapia. Parallelamente aumentano anche le segnalazioni dei cittadini: oltre la metà – 56% nel 2017, era il 54% nel 2016 – denuncia i lunghi tempi d’attesa. Secondo le segnalazioni arrivate al Pit Salute, “si attende soprattutto per le visite specialistiche (39%) e per gli interventi di chirurgia (30%); seguono le liste di attesa per gli esami diagnostici (20,8%) e infine anche per la chemio e radioterapia, che arrivano al 10% e fanno registrare un aumento del 100% rispetto all’anno precedente”.

“Le disuguaglianze che attraversano il Ssn devono essere contrastate – afferma Tonino Aceti, coordinatore nazionale del Tribunale per i diritti del malato di Cittadinanzattiva – Invece, purtroppo, le proposte di autonomia differenziata avanzate da alcune Regioni, e che ora si trovano sul tavolo del Governo, vanno nella direzione esattamente opposta – sottolinea – e rischiano, a quarant’anni dall’istituzione del Ssn, di mandare in soffitta i suoi principi fondanti come quelli della solidarietà e dell’equità”.

SANITÀ PUBBLICA SEMPRE PIÙ CARA PER I CITTADINI – Il peso economico dei ticket resta la prima voce di spesa, mentre crescono le segnalazioni relative al costo dei farmaci e delle prestazioni in intramoenia, rispettivamente +4,4% e +1,6%. E’ quanto emerge dal XXI Rapporto Pit Salute, dal titolo ‘Tra attese e costi, il futuro della salute in gioco’, presentato oggi da Cittadinanzattiva-Tribunale per i diritti del malato, con il sostegno non condizionante di Fnopi, Fnomceo e Fofi. L’accesso alle visite e agli esami e il costo dei farmaci “restano, dunque, per molti cittadini ancora un problema di natura economica, soprattutto per chi non ha facilitazioni quali esenzioni per reddito (come nel caso degli inoccupati) o per patologia (perché non riconosciuta formalmente o durante il percorso di accertamento della diagnosi)”.

ABROGARE IL SUPERTICKET – “L’equilibrio economico consolidato dal Ssn e le difficoltà che ci segnalano i cittadini – commenta Tonino Aceti, coordinatore nazionale del Tribunale per i diritti del malato di Cittadinanzattiva – indicano chiaramente che la traiettoria delle politiche sanitarie pubbliche deve essere quella di garantire maggiore accessibilità ai servizi sanitari, riducendo i tempi di attesa e i costi legati soprattutto a livelli di ticket ampiamente superiori al costo di alcune prestazioni svolte in regime privato”. Per questo, prosegue Aceti, “chiediamo che Governo e Parlamento approvino con questa Legge di bilancio l’abrogazione del superticket, un balzello che ostacola l’accesso alle cure e che incide negativamente sui redditi delle famiglie e sulle casse del Ssn. Contemporaneamente chiediamo l’immediata approvazione del nuovo Piano nazionale di governo delle liste d’attesa 2018-2020 trasmesso dal ministero della Salute alla Conferenza delle Regioni. Inoltre, è prioritario dare risposte alle fragilità attuando in tutte le Regioni il Piano nazionale della cronicità approvato ormai 2 anni fa, ma recepito solo da sette Regioni”, conclude.