Procedura Ue, vigilia di speranza  

Procedura Ue, vigilia di speranza

(Afp)

Pubblicato il: 02/07/2019 18:46

Moderato ottimismo nel governo sul riscontro che troveranno a Bruxelles le misure taglia-deficit varate lunedì dal Consiglio dei ministriper scongiurare la procedura europea sui conti. A quanto si apprende, lo spread ai minimi, la cifra comunque ragguardevole messa sul piatto farebbero ben sperare ma per vedere se queste aspettative saranno confermate o meno bisognerà aspettare la decisione della Commissione europea di domani, anche se già nella serata di oggi dalla riunione degli sherpa Ue è arrivato un orientamento in merito.

Il pacchetto italiano, frutto di serrate trattative sull’asse Roma-Bruxelles e anche all’interno della stessa maggioranza, taglia il disavanzo di 7,6 miliardi complessivi. Di questi, 6,1 miliardi arrivano dalle maggiori entrate certificate, al netto delle spese, e si trovano all’interno della Legge di assestamento, che si fa a normativa vigente. Il resto delle risorse, 1,5 miliardi, sono i risparmi del Reddito di cittadinanza e Quota 100, ma non essendo utilizzabili fino alla conclusione dell’esercizio vengono ‘blindati’ con un decreto ad hoc.

Ma seppur in termini quantitativi le risorse offerte dall’Italia non sono esigue (anche se Bruxelles chiedeva tra i 9 e 10 miliardi) restano perplessità da parte dell’Ue su due questioni-chiave: la natura degli interventi per il 2019 e l’assenza di impegni per il 2020. Primo, le maggiori entrate nel 2019 sono ‘una tantum’: è il caso delle entrate contributive (+600 milioni) e delle entrate correnti ed in conto capitale (+2,74 mld); mentre sul fronte del maggiore gettito tributario (2,9 mld) dovute al contenzioso chiuso con il polo del lusso Kering (che ha in portafoglio Gucci per 1,2 mld) e al rialzo del gettito Iva per la fatturazione elettronica, il governo potrebbe sostenere che gli interventi anti-evasione ampliano il bacino dei contribuenti e quindi la base imponibile.

Seconda criticità, ben più importante, è l’assenza di impegni da parte del governo per il 2020, quando andranno neutralizzati circa 23 miliardi di clausole di salvaguardia Iva e andrebbe anche finanziata la flat tax della Lega. Per quest’ultima comunque c’è già un piano in mente tra gli esponenti del Carroccio ricorrendo all’assorbimento dei 10 miliardi usati per finanziare il bonus da 80 euro di Matteo Renzi nel quadro di una più ampia riforma Irpef.

Si vedrà domani la strada che imboccherà la Commissione sul dossier Italia, una scelta che sarà frutto di un’operazione di equilibrismo per assicurare il rispetto delle regole Ue evitando rigidità che possano alimentare il fuoco dei populismi.