Libia valuta rilascio di tutti i migranti  

Libia valuta il rilascio di tutti i migranti

Il centro di detenzione distrutto a Tajoura (Afp)

Pubblicato il: 04/07/2019 15:46

Il governo di concordia nazionale sta discutendo della chiusura di tutti i centri di detenzione di migranti in Libia e del rilascio di tutti i migranti detenuti per la loro sicurezza. Lo ha sottolineato il ministro dell’Interno di Tripoli, Fathi Bashaga, dopo il raid che ha provocato una strage nel centro di detenzione di migranti a Tajoura.

Bashaga, citato dal portale d’informazione ‘Libya Observer’, ha anche evidenziato che il governo di concordia nazionale è obbligato a proteggere tutti i civili, ma gli attacchi ai centri di detenzione con jet F-16 vanno oltre le capacità del governo di proteggerli.

Intanto un portavoce del ministero degli Esteri, Mohammed Al-Qablawi, ha annunciato che chiederà alle Nazioni Unite e alla comunità internazionale di aprire una inchiesta sul massacro e ha accolto positivamente la richiesta dell’Unione Africana per l’apertra di una inchiesta indipendente, che possa riconoscere le responsabilità del raid. Una nota diffusa dal ministero degli Esteri di Tripoli chiede anche al Consiglio di sicurezza delle Nazioni e alle grandi potenze di assumersi le proprie responsabilità per gli attacchi che possono ammontare a crimini di guerre e ad atti di terrorismo, in base a quanto previsto dalle convenzioni e dal diritto internazionale.

Secondo quanto indicato dall’Ufficio Onu per il Coordinamento degli Affari Umanitari (Ocha), i “raid aerei sono stati due” e hanno provocato almeno 53 morti, tra cui sei bambini, e 130 feriti. In particolare, un missile ha colpito un garage disabitato, mentre il secondo ha centrato un hangar dove si trovavano 120 migranti. “Ci sono notizie secondo le quali a seguito del primo impatto alcuni rifugiati e migranti sono stati colpiti dalle guardie mentre provavano a scappare“, ha sottolineato l’Ufficio Onu.

L’Ocha ha riportato che “approssimativamente 500 tra rifugiati e migranti restano detenuti nel centro di Tajoura, molto vicino a una base militare”, mentre sono circa “3.800” quelli che “continuano ad essere detenuti arbitrariamente nei centri di detenzione” in zone a rischio a causa del conflitto.