L’Ultimo re di Roma  

L'Ultimo re di Roma

(Foto di Lorenzo Piermattei)

Pubblicato il: 04/07/2019 21:55

di Antonella Nesi

Secondo a Sanremo, Ultimo nel nome d’arte ma primo 23enne italiano a esibirsi davanti a 60.000 spettatori in uno Stadio Olimpico sold out da 4 mesi. È davvero una ‘Favola’ (titolo scelto per lo show) quella che Niccolò Moriconi realizza nel concerto-evento romano di questa sera, in una capitale semi-blindata per la presenza di Vladimir Putin che tra pomeriggio e sera è atteso proprio nella zona stadio, prima alla Farnesina e poi a Villa Madama. E il giovane cantautore decide di iniziare il suo show di oltre due ore, a ritmo serrato, con 34 brani in scaletta, proprio con ‘Colpa delle favole’. “Non dormo da tre giorni, non mi era mai capitato prima. Vivo molto la tensione e la responsabilità di un pubblico così grande”, confessa prima di salire sul palco, dove arriva ‘sparato’ da un’ascensore sulla passerella.

Per l’occasione Niccolò ha due ospiti-padrini d’eccezione, in grado di mandare come lui in delirio il pubblico romano: Fabrizio Moro, con cui lo accomuna l’essere cresciuto nel quartiere di San Basilio – e non a caso insieme cantano ‘L’eternità (il mio quartiere)’ e poi ‘Portami via’ – e Antonello Venditti con lui canta ‘Roma Capoccia’ e ‘Notte prima degli esami’. A Venditti, Niccolò fa una sorpresa, mostrandogli che ad un saggio da tredicenne intonò proprio ‘Roma Capoccia’. “Ma mentre con Antonello rimango sempre un passo indietro per rispetto – confessa – Fabrizio lo considero davvero un fratello”.

Ultimo è lui stesso quasi incredulo della tempistica del successo, che lo ha portato in due anni ad un exploit pazzesca: “L’8 luglio 2017 feci un concerto all’ex Mattatoio di Testaccio davanti a 10 persone, oggi ci sono più di 60.000 persone all’Olimpico. Non lo so nemmeno io com’è successo. Io ho fatto uscire i miei pezzi ed è successo quello che è successo. Non avrei mai pensato di arrivare qui dopo tre album”. Entrati tutti e tre nella top ten semestrale degli album più venduti: “Merito dei live”, minimizza lui, reduce da 19 date nei palasport tutte sold out (con un bottino di 300.000 biglietti venduti).

Niccolò non nega che l’Olimpico sia “la soddisfazione più grande. Ho sempre puntato sui live – sottolinea – per me è la parte più bella della musica e anche quella più importante. Io vivo per i concerti e essere qui all’Olimpico, nello stadio di casa mia, vale il triplo”.

Nella scaletta, che inanella tutti i successi degli album ‘Pianeti’, ‘Peter Pan’ e ‘Colpa delle favole’ (dalle title-track a ‘Aperitivo Grezzo’, da ‘Cascare nei tuoi occhi’ a ‘Piccola stella’, da ‘Il ballo delle incertezze’ a ‘Ti dedico il silenzio’, da ‘Ipocondria’ a ‘Fateme cantà’) naturalmente c’è anche ‘Poesia per Roma’, pezzo che esce sulle piattaforme digitali proprio nella notte dell’Olimpico. “Ho scritto questa canzone-poesia su Roma a Capodanno mentre ero in vacanza su una spiaggia esotica. Ero su un lettino al mare e quando ho finito di scrivere ho visto che davanti a me sulla spiaggia c’era una bandierina giallo-rossa. Un segno del destino”, per il cantante tifoso giallo-rosso.

Suggestivo poi i due momenti acustici, con Ultimo che si accompagna da solo, prima al pianoforte a coda e poi con la chitarra. Al piano esegue ‘La stella più fragile dell’universo’, ‘Giusy’, ‘Farfalla bianca’ e un medley che unisce ‘Buon viaggio’, ‘Racconterò di te’ e ‘Vorrei soltanto amarti’. Più avanti suona la chitarra seduto sul pianoforte ‘Forse dormirai’ e ‘Fermo’. La conclusione è affidata a ‘La stazione dei ricordi’ e ‘Sogni appesi’.

E dopo l’Olimpico, cosa accadrà, gli chiedono i cronisti prima del concerto: “Stasera festeggio con i miei amici di sempre. Da domani vado un po’ in vacanza e l’estate prossima farò un tour negli Stadi”. In mezzo, però, “non ci sarà un album né un nuovo Sanremo”. “Il mio obiettivo – dice senza ipocrisie – è un tour l’anno. Ma – aggiunge subito – mica tutti gli anni negli stadi. Mi piacerebbe anche fare un tour nei teatri, per esempio”. E a chi gli chiede cosa provi rispetto a questa escalation che ha dell’incredibile, risponde: “Sto bruciando le tappe, mentirei se non lo dicessi. Ma questo non è necessariamente sbagliato. Se nessuno facesse mai il passo più lungo della gamba non verrebbe mai fuori qualcosa di sorprendente”, dice l’enfant prodige del nuovo cantautorato che si è ritrovato due gambe ‘da trampoliere’.

Merito anche dei consigli dell’etichetta Honiro e soprattutto della Vivo Concerti di Clementi Zard: “Questo concerto lo dedico a James Honiro, che è stato il mio primo e a Clemente Zard, che è stato il primo a propormi i concerti. Perché – dice ribadendo un motto che gli è particolarmente caro – nella vita vale molto di più chi ti porta da zero a due, di chi porta da tre a cento”.