14 mila bebè in provetta nel 2017, 1.700 da eterologa  

14 mila bebè in provetta nel 2017, 1.700 da eterologa

Pubblicato il: 05/07/2019 19:23

In Italia nascono sempre più bebè in provetta, soprattutto grazie alla fecondazione eterologa. Sono 13.973 i bambini nati con la procreazione medicalmente assistita nel 2017, in aumento rispetto all’anno precedente per un maggior ricorso alle tecniche di crioconservazione e dei cicli effettuati con donazione di gameti. Poche variazioni rispetto alla situazione dell’anno precedente per quanto riguarda la fecondazione senza donazione di gameti, mentre si registra appunto un incremento dei trattamenti con fecondazione eterologa, grazie ai quali sono nati oltre 1.700 bimbi. E’ quanto emerge dalla Relazione sull’attuazione della legge 40 del 2004 in materia di Procreazione medicalmente assistita (Pma), inviata al Parlamento dal ministero della Salute.

CRESCE L’ETEROLOGA – Considerando tutte le tecniche di Pma – sia di I livello (inseminazione), che di II e III livello (fecondazione in vitro) con o senza donazione di gameti – dal 2016 al 2017 aumentano le coppie trattate (da 77.522 a 78.366), i cicli effettuati (da 97.656 a 97.888) e i bambini nati vivi (da 13.582 a 13.973). L’aumento è appunto da attribuirsi all’incremento dei cicli effettuati con tecniche di crioconservazione e dei cicli effettuati con donazione di gameti.

Rimangono per lo più invariati infatti i dati numerici delle coppie, dei cicli iniziati e dei nati per tutte le tecniche senza donazioni di gameti, sia da inseminazione semplice che da tecniche di II e III livello, mentre si registra un significativo aumento dell’applicazione delle tecniche con donazione di gameti: in totale aumentano le coppie (da 5.450 a 6.429, +18%), aumentano i cicli (da 6.247 a 7.514, +20,3%) e aumentano i nati (da 1.457 a 1.737, +19,2%).

Dei 7.514 cicli con donazione di gameti, 1.582 cicli iniziati sono con donazione di seme, pari al 21,1%; 3.149 sono quelli con donazione di ovociti (freschi e congelati), pari al 41,9%; 2.783 sono quelli con embrioni precedentemente formati da gameti donati e crioconservati, pari al 37%.

I cicli che hanno utilizzato seme donato importato per un fattore di infertilità maschile sono stati 1.304, pari al 82,4% di tutti i cicli effettuati con donazione di seme, mentre i cicli eseguiti con donazione di ovociti per un fattore di infertilità femminile sono stati 3.035, pari al 96,4% del totale dei cicli con donazione di ovociti.

Diminuiscono le gravidanze gemellari e anche le trigemine, queste ultime in linea con la media europea nonostante una persistente variabilità fra i centri. Rimane costante la percentuale di esiti negativi sulle gravidanze monitorate, per la fecondazione in vitro sia da fresco che da scongelamento.

PUBBLICO BATTE PRIVATO – Più cicli di fecondazione assistita nei centri pubblici e privati accreditati italiani: si conferma la tendenza secondo cui il maggior numero dei trattamenti di Pma viene effettuato in strutture del Ssn. E’ quanto emerge dalla Relazione al Parlamento sull’attuazione della legge 40 del 2004 in materia di Procreazione medicalmente assistita (Pma).

Nonostante i centri Pma privati siano in numero superiore a quelli pubblici (106 vs 67), nel privato si effettuano meno cicli di trattamento: il 35,3% dei centri è pubblico ed effettua il 37,4% dei cicli; l’8,9% è privato convenzionato ed effettua il 29,5% dei cicli; il 55,8% è privato ed effettua il 33,1% dei cicli.

Inoltre, un consistente numero di centri Pma svolge un numero ridotto di procedure nell’arco dell’anno: solo il 23,1% dei centri di II e III livello ha fatto più di 500 cicli, contro una media europea del 41,5%.

MENO MAMME OVER 40 – ‘Ringiovaniscono’ le aspiranti mamme italiane che ricorrono alla fecondazione. Nel 2017, rispetto al 2016, fra le donne che si sottopongono a procreazione medicalmente assistita aumentano quelle minori di 35 anni e quelle di età compresa tra 35 e 39 anni, mentre diminuisce di quasi un punto percentuale la quota di pazienti con età maggiore o uguale a 40 anni. E’ quanto emerge dalla Relazione al Parlamento sulla Pma 2019, relativa all’attività dei centri specializzati nel 2017.

Secondo i dati evidenziati dal ministero della Salute, l’età media delle donne che si sottopongono a tecniche senza donazione di gameti a fresco (fecondazione omologa) è pari a 36,7 anni, valore comunque più elevato rispetto alla media europea pari a 34,7 anni.

L’età delle mamme che chiedono aiuto alla ‘provetta’ appare tuttavia più alta se la procedura è eterologa. Nella fecondazione con donazione di gameti, in particolare, l’età della donna è maggiore se la donazione è di ovociti (42,4 anni) e minore se la donazione è di seme (35,6). “La maggiore età di chi accede ai cicli di donazione – commentano dal ministero – sembra indicare come questa tecnica sia scelta soprattutto per infertilità fisiologica, dovuta appunto all’età della donna e non per patologie specifiche”.