Savoini, il leghista ‘fantasma’  

Savoini, il leghista 'fantasma'

(Facebook /Associazione Culturale Lombardia Russia)

Pubblicato il: 14/07/2019 08:59

Leghista di ferro, fedelissimo del Carroccio dagli anni 90. Ma il ruolo giocato per il partito da Gianluca Savoini, ora indagato per i presunti fondi russi a via Bellerio, ancora non è chiaro. Se nelle parole del ministro Salvini e degli altri esponenti ‘verdi’, Savoini sembra essersi improvvisamente tramutato in un fantasma, quasi un ‘imbucato’ nelle occasioni ufficiali in terra russa – “Non l’ho invitato io“, ha assicurato il vicepremier parlando dell’ultimo viaggio; “non è una persona della Lega, non è un parlamentare, non ha nessun ruolo ufficiale“, ha preso le distanze il presidente della Commissione Bilancio alla Camera Claudio Borghi -, le ricostruzioni degli ultimi giorni lasciano tuttavia intendere una realtà fatta di ruoli non esattamente marginali nei rapporti fra Mosca e Lega per il fondatore dell’Associazione Culturale Russia Lombardia. A raccontarli è ancora una volta Buzzfeed, ma anche esponenti del Pd, Il Fatto Quotidiano e, soprattutto, un leghista della prima ora, Mario Borghezio, che oggi ha rilasciato una lunga intervista al Corriere della Sera definendo Savoini un “soldato della Lega”.

“NELLO STAFF DEL MINISTRO” – Un “membro dello staff del ministro”. Così Gianluca Savoini si definiva infatti, in un’email inviata a BuzzFeed, circa un anno fa. Il sito americano, che ha recentemente pubblicato un’inchiesta sui presunti finanziamenti russi alla Lega, il 18 luglio dello scorso anno si soffermava sull’incontro avvenuto a Mosca due giorni prima tra Matteo Salvini e il ministro dell’Interno russo Vladimir Kolokoltsev. Nell’articolo di 12 mesi fa, BuzzFeed accendeva i riflettori sulla presenza di Savoini, come presidente dell’Associazione Culturale Lombardia Russia, ad eventi inseriti nel programma della visita moscovita di Salvini. “Alla domanda relativa alla sua presenza nei meeting – si legge – Savoini in un’email ha detto a BuzzFeed News che faceva parte della delegazione di Salvini come ‘membro dello staff del ministro'”. Savoini, secondo l’articolo di un anno fa, non avrebbe chiarito in maniera precisa ruolo e incarico: “Non ho un ufficio al ministero ma collaboro direttamente con Matteo Salvini sulla base delle sue richieste. Ci conosciamo da sempre”, le parole attribuite da BuzzFeed a Savoini. Il sito faceva quindi riferimento alle informazioni fornite da due portavoce del ministro: Savoini, riferisce il sito, non era sulla lista interna della delegazione del ministro ma era probabilmente un “collaboratore esterno”.

“UN SOLDATO DELLA LEGA” – “Certo che conosco il Savo, è un mio vecchio amico”. A parlare dalle pagine del Corriere della Sera è Mario Borghezio, leghista della prima ora che da Savoini non prende le distanze e rivendica il ruolo di artefice del passaggio dell’uomo alla Lega: “Resterò sempre suo amico perché abbiamo la stessa ossatura dottrinale. Persone che, anche quando ci sono le turbolenze, restano ferme come torri. Ma lo sa che quasi sono contento? Per diventare un soldato politico non è male aver affrontato qualche prova dura”. E alla domanda se l’indagato è un soldato di Salvini, Borghezio replica: “È un soldato della Lega, delle nostre idee”. Nonostante le foto che lo ritraggono alla cena di gala con Putin e con Salvini a Mosca, il vicepremier dice di non averlo invitato: “Savoini è presidente dell’associazione Lombardia-Russia non a caso, non è che si occupa della Cambogia. È normale – spiega ancora il leghista – che fosse agli incontri e forse era più interesse della parte russa, che si deve premunire dai mestatori e faccendieri che cercano di infilarsi ovunque”.

Del resto, spiega ancora l’ex eurodeputato, “si era guadagnato la stima della Russia. Lo consideravano un amico, interlocutore affidabile. Ma la prova assoluta che tutto fosse alla luce del sole è che in questa stagione le casse della Lega sono vuote”. Perché allora Salvini lo scarica? “Sul perché – replica – preferirei non dichiarare. Ma si può capire una certa prudenza davanti a un’inchiesta che sembra una spy story”.

Petrolio e rubli dalla Russia per finanziare la Lega alle Europee? “Della questione affari nulla so e nulla voglio sapere. Ma la linea ufficiale della Lega, “non sappiamo nulla”, è comprensibile. Prudenza doverosa da parte di chi ha responsabilità nel governo, visto il tentativo pesante di montatura indirizzata a colpire Salvini attraverso una persona facilmente identificabile come a lui vicina”. Borghezio conferma poi la presenza degli uffici di Savoini nella sede storica di via Bellerio: “Sì, via Colombi 18, stesso edificio della sede della Lega. Però se io che presiedo la fondazione federalista faccio una caz… non è che questo implichi responsabilità dirette di Salvini”. E sull’audio che inguaia Savoini, Borghezio “da civilista” avanza “riserve sulla sua attendibilità. È semplice manipolare conversazioni”.

Savoini non ha preso soldi dalla Russia? “Se pure ha assistito a una trattativa di questo genere – la replica – sono certo che non ha chiesto neanche un caffè. Fosse un intrallazzatore, non sarebbe mio amico. È molto competente in geopolitica, il primo a capire l’importanza di aprire alla visione euroasiatica. Non conosco le attività dell’associazione Lombardia Russia ma so che i vertici, Savoini e D’Amico, sono persone per bene”. E ancora: “O c’è il finanziamento, oppure quei soldi da parte di uno Stato straniero non ci sono. Se non c’è reato, non c’è motivo di continuare questa speculazione politica e giudiziaria. Al di là di quello che Salvini dice dei suoi rapporti con Savoini, la cosa importante è quando dichiara di non aver preso un rublo”.

RAPPRESENTANTE UFFICIALE” – “Correva l’anno 2014, e Savoini e D’Amico venivano indicati da Salvini in questa intervista – tutta da leggere – come ‘my official representatives'”. Così, su Twitter, il deputato del Pd Filippo Sensi che ha linkato una intervista del novembre del 2014 del russo International Affairs al leader della Lega Salvini in cui il futuro ministro, parlando della trasferta in Russia della delegazione da lui guidata ad ottobre del 2014, dice: “La visita ha avuto più successo di quanto avremmo potuto aspettarci. Il nostro lavoro era finalizzato a costruire sui contatti fatti negli ultimi mesi dai miei rappresentanti ufficiali Gianluca Savoini e Claudio D’Amico”.

IN RUSSIA CON SALVINI 9 VOLTE – Nei giorni scorsi, il FattoQuotidiano.it ha ricostruito i viaggi di Salvini a Mosca sempre in compagni di Savoini. Ben 9 viaggi ufficiali fatti dal leader del Carroccio nel Paese di Vladimir Putin tra il 2014 e il 2018. E Savoini – scrive il sito diretto da Peter Gomez – era sempre presente. La prima volta, si legge nel sito, è datata 10 ottobre 2014 allorché “una delegazione della Lega guidata da Matteo Salvini, arriva a Mosca per incontrare esponenti istituzionali russi per ribadire la propria contrarietà alle sanzioni occidentali”. Gianluca Savoini – insiste il Fatto – fece gli onori di casa coi giornalisti: “Oggi incontriamo il presidente della Commissione Esteri della Duma, Aleksei Pushkov, e il ministro russo per la Crimea, Oleg Saveliev”. La delegazione leghista puntava anche in Crimea: “Domenica terremouna conferenza stampa a Simferopoli con i media locali, lunedì invece incontreremo il presidente Serghiei Aksionon e alcuni ministri della Repubblica di Crimea”, aggiungeva Savoini secondo quanto ricostruito on line dal Fatto.

Dopodiché Salvini torna a Mosca l’8 dicembre 2014, sempre “con Savoini per la conferenza economica dal titolo Russia-Italia: salvare la fiducia e la partnership alla Duma federale e a chi gli domanda se si aspetta finanziamenti per la Lega spiega: “Non cerco regali, ma un prestito conveniente come quello concesso alla Le Pen lo accetterei volentieri. Lo accetterei da chiunque mi offrisse condizioni migliori di, per esempio, Banca Intesa“, è il virgolettato che il sito del Fatto riprede dal quotidiano la Repubblica del 9 dicembre. “D’altronde i comunisti sono andati per 50 anni a Mosca e tornavano coi valigioni pieni di soldi, e quei soldi andavano bene…”, spiegava Salvini quel giorno a Radio Padania.

Il terzo appuntamento porta la date del 13 febbraio 2015, e anche qui – osserva il Fattoquotidiano.it – parla “il portavoce di Salvini, Gianluca Savoini, che dice: “Il segretario della Lega Matteo Salvini ha incontrato privatamente esponenti politici, culturali e imprenditoriali russi nel corso di una rapida visita a Mosca. Tra gli appuntamenti, quello con il responsabile dei rapporti esteri del partito putiniano Russia Unita, Andrey Klimov”.

Altri incontri di Salvini a Mosca. Il 24 febbraio 2015 il leader leghista è di nuovo a Mosca e – scrive il Fatto – viene intervistato da Sputnik News, braccio mediatico e voce ufficiale di Vladimir Putin in Occidente, e da Rossiya. Il segretario vola a Mosca e il giorno dopo tiene una conferenza stampa nella sede di Rossiya Segodnya. Il 17 dicembre 2015 è sempre Savoini, presidente dell’Associazione Lombardia-Russia, ad annunciare che “il segretario della Lega Nord Matteo Salvini Salvini sarà domani a Mosca per una visita di due giorni. Lo si apprende da Gianluca Savoini, presidente dell’Associazione Lombardia-Russia, che accompagnerà il leader del Carroccio nella missione in Russia”.

Passano appena 6 mesi e il 28 giugno la Lega vola a Mosca per il convegno di Russia Unita, il partito di Putin, ricorda Il Fattoquotidiano.it. “Fra le oltre 40 delegazioni dei partiti esteri invitati c’era anche la Lega Nord. L’invito è stato fatto al segretario federale del Carroccio, Matteo Salvini, che non ha potuto essere presente a causa degli impegni politici già fissati. Al congresso del principale partito di governo la Lega è stata rappresentata da Gianluca Savoini, responsabile dei rapporti con la Russia per la Lega Nord”, riportava quel giorno Sputnik News.

Ma il via vai di Salvini con Mosca, per il Fatto, non si ferma qui. Salvini è di nuovo a Mosca “per la sua quarta missione russa” e due giorni prima Sputnik News definisce di nuovo Savoini “responsabile della Lega per i rapporti con la Russia”. Il 18 novembre 2016 Salvini si fa fotografare sulla Piazza Rossa. “Nella foto c’è anche Savoini, che il 17 a Sputnik News spiegava: ‘Insieme a Matteo Salvini si tratta della quarta visita in due anni’. Ma c’è un’altra foto – osserva sempre il fattoquotidiano.it – ed è quella di Salvini e il parlamentare leghista Claudio D’Amico nella sede dell’agenzia Ria Novosti.

La ricostruzione del giornale on line di Gomez non si ferma qua. Siamo al 6 marzo 2017: “Il segretario della Lega Nord, Matteo Salvini sarà oggi in visita a Mosca per la firma di un accordo con il partito ‘Russia Unita’. Lo ha confermato a Sputnik Gianluca Savoini, a capo dell’associazione culturale Lombardia-Russia”.

Ma c’è di più: il 15 luglio 2018 “nelle vesti di vicepremier del governo M5S-Lega Salvini vola nella capitale russa per la finale dei mondiali di calcio Croazia-Francia e con lui, riporta Sputnik, c’è Savoini. Riguardo a questa visita – scrive il Fatto on line – l’11 luglio una portavoce del ministro dell’Interno consegnava questo virgolettato a La Repubblica: “Gianluca Savoini non ha mai fatto parte delle delegazioni ufficiali in missione a Mosca con il ministro né a quella del 16 luglio 2018 né a quella del 17 e 18 ottobre dello stesso anno”. Eppure Savoini – riporta il Fatto Quotidiano di Gomez – quel 17 luglio diceva l’esatto contrario allo stesso quotidiano: “Ho sempre fatto parte delle delegazioni in Russia di Matteo Salvini sin da quando veniva in visita nella Federazione come segretario della Lega. Visite che ho contribuito a organizzare”.

E arriviamo all’ultima visita, datata 17 ottobre 2018. E’ la visita in cui (il 17) Salvini incontra il vicepremier Dmitry Kozak e (il 18) Savoini parla al Metropol Hotel con tre uomini russi di un presunto finanziamento di 65 milioni alla Lega. Colloquio raccontato a febbraio da L’Espresso – chiosa il sito di Gomez – e di cui il sito americano Buzzfeed ha pubblicato un audio su internet.