“Nel 2019 si irrobustisce il ceto medio”  

Nel 2019 si irrobustisce il ceto medio

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Pubblicato il: 16/07/2019 17:14

Nel 2019 torna a irrobustirsi il ceto medio. Cresce, infatti, il numero di coloro che si sentono a proprio agio con il proprio reddito, così come aumenta il numero delle persone che riescono a risparmiare. E’ quanto emerge dall’indagine sul risparmio e le scelte finanziarie degli italiani 2019, giunta alla nona edizione e realizzata da Intesa Sanpaolo e dal Centro Luigi Einaudi su un campione di 1032 persone.

In particolare, il rapporto evidenzia che negli ultimi tre anni i bilanci delle famiglie hanno riacquistato parte della prosperità perduta durante la lunga crisi: il saldo tra coloro che ritengono sufficiente o insufficiente il reddito per sostenere il tenore di vita corrente sale nel 2019 al 69% degli intervistati, massimo storico del decennio, mentre sale al 57,5% dal 51,7% di tre anni prima la percentuale di chi percepisce un reddito compreso tra 1.500 e 3.000 euro al mese.

La percentuale dei risparmiatori nel campione, il 52%, torna a superare quella dei non risparmiatori 48%, dopo aver toccato il minimo storico del 39% nel 2013. La percentuale di reddito risparmiata raggiunge nel 2019 il massimo storico, il 12,6% contro il 12% nel 2018 e 9% nel 2011. Dall’indagine, emerge, poi, che la ricchezza complessiva per intervistato è di 270 mila euro che sale a 355 e 384 mila per laureati, professionisti e imprenditori.

Il rapporto, evidenzia, poi, che per gli intervistati il primo obiettivo degli investimenti resta la sicurezza, la liquidità è stabile al secondo posto, segue il rendimento di lungo termine. Si conferma, dunque, anche nel 2019 l’avversione al rischio anche a costo di sacrificare il rendimento.

Risalgono, invece, le aspettative pensionistiche e aumenta il numero delle assicurazioni per i rischi della salute e della longevità. Infine, il risparmio gestito cresce e raggiunge il 15,3% degli intervistati e oltre l’80% si dichiara molto o abbastanza soddisfatto dell’investimento.

”L’indagine – ha osservato Gregorio De Felice, chief economist di Intesa Sanpaolo – conferma che l’Italia ha gli anticorpi per riportarsi su un sentiero di crescita più sostenuto: capacità imprenditoriali, un buon sistema di welfare, un basso livello del debito privato, grande e diffuso spirito di iniziativa, una elevata, e meno diseguale che altrove, accumulazione di risparmio familiare”.

”La vivacità delle imprese, la loro propensione a innovare e fare rete, e il coraggio delle famiglie di investire sul futuro, anche in un contesto non facile, rappresentano segnali forti di adattabilità e di reattività – ha aggiunto – ed è su questi elementi che deve basarsi il rilancio dell’economia italiana”

Occorrono però anche interventi incisivi diretti a correggere le criticità strutturali che da tempo frenano lo sviluppo del nostro Paese. Occorre creare un ambiente finalmente favorevole al rilancio degli investimenti, condizione indispensabile per migliorare le prospettive dell’occupazione e del reddito delle famiglie italiane”, ha concluso De Felice.