Von der Leyen detta l’agenda  

Von der Leyen detta l'agenda

(Fotogramma/Ipa)

Pubblicato il: 16/07/2019 09:49

Migranti, parità di genere, patto di stabilità. La candidata presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen ha presentao il suo programma a Strasburgo, davanti alla plenaria del Parlamento Europeo che alle 18 si esprimerà con un voto sulla sua elezione. Von der Leyen ha aperto il suo discorso parlando in francese e ricordando Simone Veil, presidente dell’Aula dal 1979 al 1982. “Esattamente 40 anni fa – ha detto la von der Leyen, che è nata a Bruxelles – la prima presidente donna” del Parlamento Europeo “viene eletta e presenta la sua visione di un’Europa più giusta”. E’ anche “grazie a lei” che “quarant’anni più tardi finalmente è una donna la candidata alla presidenza della Commissione”.

PARITA’ DI GENERE – “Dal 1958 ci sono stati 183 commissari e solo 35 donne – ha aggiunto von der Leyen -. E’ meno del 20%: rappresentiamo metà della popolazione e vogliamo la nostra giusta parte. Farò in modo che ci sia piena parità di genere nel mio collegio dei commissari: se gli Stati membri non mi proporranno abbastanza commissarie donna, non esiterò a chiedere nuovi nomi”.

MIGRANTI – La candidata presidente della Commissione Europea ha poi affrontato il tema migranti. Secondo von der Leyen, pltre alla riforma del regolamento di Dublino, che pone in capo ai Paesi di primo arrivo gli oneri legati agli arrivi dei migranti, e a rafforzare Frontex portandola a 10mila effettivi “non entro il 2027, ma molto prima”, come minimo entro il “2024”, nell’Unione Europea “dobbiamo modernizzare il nostro sistema di asilo”.

“Possiamo avere confini esterni solo se diamo abbastanza aiuto agli Stati membri che affrontano le maggiori pressioni, solo a causa di dove sono posizionati sulla carta geografica – ha sottolineato -. Serve solidarietà: dobbiamo aiutarci gli uni con gli altri e serve un nuovo modo di condividere gli oneri” legati all’immigrazione.

“Negli ultimi cinque anni – ha proseguito von der Leyen – oltre 17mila persone sono affogate nel Mediterraneo, che è diventato uno dei confini più letali del mondo. In mare è un dovere salvare vite e nei nostri trattati e nelle nostre convenzioni c’è il dovere morale e giuridico di rispettare la dignità di ogni essere umano”. Per la presidente candidata, l’Ue “deve avere confini umani. Dobbiamo salvare, ma salvare non basta. Dobbiamo ridurre l’immigrazione irregolare, combattere i trafficanti, che sono malavita organizzata, preservare il diritto di asilo e migliorare la situazione dei rifugiati, per esempio con i corridoi umanitari, in stretta collaborazione con l’Unchr. Servono empatia e azione decisa”.

PATTO STABILITA’ – Capitolo patto di stabilità “servono riforme e investimenti – ha detto von der Leyen -. Dobbiamo far sì che possa essere utilizzata” a questo fine “tutta la flessibilità prevista dalle regole. Non è il popolo che serve l’economia, ma è l’economia che è al servizio del nostro popolo” ha aggiunto, ribadendo quanto assicurato ieri ai socialisti in una lettera.

STATO DI DIRITTO – Quanto allo Stato di diritto “è il nostro strumento migliore per difendere le libertà e proteggere i più vulnerabili nella nostra Unione – ha ribadito -. E’ per questo che non ci può essere alcun compromesso quando si tratta di rispettare lo Stato di diritto. E non ci sarà mai”. Von der Leyen ha assicurato inoltre di “sostenere pienamente un meccanismo di tutela dello Stato di diritto in tutta l’Ue”, che non sia “alternativo”, ma “aggiuntivo” a quelli che già esistono. “La Commissione – ha rimarcato – sarà sempre il guardiano indipendente dei trattati. La giustizia è cieca: difenderà lo Stato di diritto ovunque venga attaccato”.

BREXIT – E sulla Brexit, von der Leyen si è detta “pronta” a concedere “un’ulteriore proroga” della data prevista per il ritiro del Regno Unito dall’Ue, il 31 ottobre prossimo, “se dovesse essere necessario più tempo per una buona ragione”.

STANDING OVATION – La candidata presidente della Commissione Europea ha poi concluso in crescendo il suo intervento davanti alla plenaria del Parlamento Europeo, parlando in tre lingue: “Es lebe Europa! Vive l’Europe! Long live Europe! Thank you”. Il suo è stato un discorso molto europeista, in cui ha ricordato più volteil padre, già alto funzionario della Commissione Europea. Al termine la candidata è stata applaudita a lungo (46 secondi, prima che il presidente David Sassoli desse la parola al capogruppo del Ppe Manfred Weber). Molti eurodeputati si sono alzati in piedi ad applaudirla; anche i copresidenti dei Verdi, Philippe Lamberts e Ska Keller, le hanno battuto a lungo le mani, pur restando seduti.