Manifestazione a Mosca, Lyubov Sobol fermata prima dell’inizio della protesta  

Manifestazione a Mosca, Lyubov Sobol fermata prima dell'inizio della protesta

(Foto Afp)

Pubblicato il: 03/08/2019 18:09

La leader della protesta contro l’esclusione dei candidati indipendenti e dell’opposizione alle elezioni per il rinnovo della Duma di Mosca, Lyubov Sobol, è stata fermata dalle forze di sicurezza prima ancora dell’inizio della manifestazione che aveva organizzato per oggi, quarto sabato consecutivo di proteste, in città. “Sulla base di quali elementi mi state fermando?”, ha chiesto agli agenti che la trascinavano fuori dal taxi su cui era salita per portarla a bordo di un camioncino della polizia.

Durante la protesta sono state fermate almeno 592 persone, secondo le informazioni diffuse dall’organizzazione indipendente Ovd-Info. Il massiccio dispiegamento di forze in tenuta anti sommossa, casco e volto coperto lungo il tragitto della manifestazione, con agenti che occupavano in gruppi uniti la strada, ha portato gli attivisti, la cui presenza è messa in ombra dalla presenza della polizia e dall’assenza di un unico punto di concentramento della manifestazione lungo ‘l’anello dei boulevard’, a ironizzare sull’evidente malcontento per la mancanza di democrazia anche fra la polizia, considerata l’elevata partecipazione degli agenti alla protesta.

Sobol si è imposta come la protagonista di questa nuova ondata di proteste a cui ha dato il via la sera del 13 luglio, quando ha dato l’annuncio dell’esclusione della sua candidatura alle elezioni locali del prossimo otto settembre e l’avvio di uno sciopero della fame arrivato oggi al 21esimo giorno. Avvocata di 31 anni, lavora da tempo alla Fondazione anti corruzione di Aleksei Navalny. I capelli biondi raccolti in una coda, gli occhiali con la montatura nera hanno portato i denigratori della propaganda ufficiale a paragonarla a Ksenya Sobchak con cui tuttavia la somiglianza si esaurisce in alcuni tratti fisici. Unica oppositrice ancora a piede libero dopo la condanna di Navalny e Dmitry Gudkov a 30 giorni di carcere, Ivan Zhdanov a 15 e Ilya Yashin a 12, era stata fermata altre volte prima d’oggi, ma sempre rilasciata.

“E’ arrivato il momento di adottare misure radicali”, aveva dichiarato nei giorni scorsi in una intervista in cui invitava i suoi sostenitori a recarsi, oggi, “in un qualsiasi punto” dell’anello dei bulvard. “Torneremo nel centro di Mosca ogni sabato fino a che non rimettono i nostri nomi sulle schede. Tradirei i miei sostenitori se accettassi ora di tornare sulla Prospettiva Sakharov (il luogo meno centrale in cui il comune aveva autorizzato la manifestazione, ndr)”, aveva aggiunto. Felpa rosa con la scritta “Elezioni contro Russia unita”, prima di essere fermata dalla polizia l’attivista aveva registrato una intervista diffusa sul canale di Navalny, di cui è una delle producer, di denuncia della falsità di queste elezioni.

La Duma di Mosca è composta da 45 seggi e ha poteri di controllo sul bilancio record della città di 43 miliardi di dollari. Notevole è stato lo sforzo delle autorità locali per sottrarre il consenso dell’opinione pubblica alla protesta di oggi e scoraggiare la partecipazione. Oltre al festival di musica e grigliata offerti gratuitamente al Gorki Park dal comune, che ha organizzato l’evento in tutta fretta – due delle band previste dal programma hanno smentito la loro presenza e di aver mai aderito, altoparlanti ripetevano durante la manifestazione il messaggio “cari cittadini, gli agenti stanno lavorando per assicurare la vostra sicurezza! Fra loro ci sono militari. Sono i vostri stessi figli”. In serata, il comune ha assicurato che al festival hanno partecipato 90mila persone.

I media ufficiali hanno dato molto risalto ai risultati di un sondaggio condotto dall’istituto di ricerche pubblico Vtsiom da cui emergerebbe che la maggioranza degli intervistati sono contrari alla protesta (la domanda in realtà è stata posta in modo da associare la richiesta di riammissione dei candidati non ammessi per mancanza delle firme previste dalla legge alla richiesta di una violazione della legge elettorale).

La Commissione inquirente russa ha poi reso nota l’apertura di una inchiesta per riciclaggio di un miliardo di rubli (13,7 milioni di euro) a carico della Fondazione anti corruzione di Aleksei Navalny per cui lavorano anche Sobol e Ivan Zhdanov, due dei candidati indipendenti alle elezioni locali di Mosca a settembre respinti dalla Commissione elettorale. Navalny e Zhdanov sono in carcere in seguito alla loro partecipazione a proteste non autorizzate per l’esclusione dei candidati indipendenti dalle liste elettorali per il voto di Mosca.