Otto mesi fa la tragedia alla ‘Lanterna azzurra’  

Otto mesi fa la tragedia alla 'Lanterna azzurra'

Pubblicato il: 03/08/2019 14:18

di Sara Di Sciullo

Per tanti è la prima volta in discoteca, per tutti l’emozione di assistere all’esibizione del loro idolo, il rapper Sfera Ebbasta: le ore passano, il cantante non arriva e non arriverà mai mentre nella ‘Lanterna Azzurra‘ di Corinaldo (Ancona) si scatena il panico e la nottata si trasforma in incubo. Sono passati quasi otto mesi dalla tragedia della discoteca, dove la notte tra il 7 e l’8 dicembre scorsi, sono morte sei persone, una mamma e cinque giovanissimi. E’ all’incirca l’una di notte quando, forse a causa di una bomboletta spray, si scatena il fuggi fuggi. Nel night club, ex balera del liscio trasformata in locale di tendenza per serate disco, ci sono centinaia di ragazzi e ragazze.

In tanti, troppi, escono dall’uscita sul retro: la balaustra crolla. I giovani cadono uno sull’altro in una trappola infernale. Parte la macchina dei soccorsi, i vigili del fuoco lavorano per ore. Alla fine si contano sei vittime: Emma Fabini, studentessa di 14 anni, Asia Nasoni, 14enne promessa della ginnastica, Benedetta Vitali, 15 anni di Fano, Mattia Orlandi, 15 anni, Daniele Pongetti, 16enne di Senigallia, ed Eleonora Girolimini, la mamma 39enne di quattro figli che quella notte accompagnava insieme al marito una delle figlie al concerto. Decine i feriti, molti dei quali gravi: sette vengono ricoverati in prognosi riservata.

La strage dei giovanissimi ferisce profondamente l’Italia. Il ministro dell’Interno Matteo Salvini e il presidente del consiglio Giuseppe Conte si recano subito nelle Marche per portare la vicinanza delle istituzioni. Con il passare delle ore, alla disperazione delle famiglie delle vittime, all’angoscia dei parenti dei feriti, si aggiunge la rabbia. Il locale era pieno, c’era più gente del consentito? Quanti biglietti sono stati venduti e staccati? Perché i giovani si sono indirizzati in massa dall’uscita in corrispondenza della balaustra poi crollata? Perché a notte fonda, nonostante la serata fosse destinata a un pubblico di adolescenti, l’esibizione di Sfera Ebbasta non era ancora iniziata? E davvero il rapper sarebbe venuto? Intanto carabinieri e polizia ascoltano centinaia di testimoni, passano al vaglio i filmati girati dai sopravvissuti con i telefonini.

La versione di tanti ragazzi ascoltati coincide: tutto è iniziato con un bruciore alla gola e agli occhi, la sensazione di sentirsi male, il panico e la calca. Forse, raccontano alcuni, si è trattato di spray al peperoncino magari usato per un tentativo di rapina. Circolano i fermi immagine di un video che ritrae, appunto, un giovane nel locale con un cappellino, indicato come quello della bomboletta. Una bomboletta viene effettivamente trovata nel locale nel corso delle indagini. Secondo gli inquirenti potrebbe trattarsi di una “concausa”, non l’unica, della strage. Nelle ore successive alla tragedia viene bloccato un minorenne, si tratta di un 17enne, indicato da tre ragazzi presenti alla serata come il giovane della bomboletta spray. In seguito, ha spiegato oggi il procuratore di Ancona Monica Garulli, si scoprirà che non ci sono collegamenti con l’indagine della procura di Ancona, tra lui e le persone arrestate oggi.

Sette gli indagati riguardo al locale: si tratta dei quattro proprietari dell’immobile e dei tre soci, di cui uno anche amministratore della società. Gli inquirenti procedono per tre ipotesi di reato, omicidio preterintenzionale, lesioni dolose e lesioni colpose. Nei giorni successivi si aggiunge l’iscrizione di un dj e di un addetto alla sicurezza.

Nel marzo scorso, a poco più di tre mesi dalla strage, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella incontra i familiari delle vittime ad Ancona e chiede giustizia: “Quello che è avvenuto era inimmaginabile e ingiustificabile, è impossibile farsene una ragione – sottolinea il Capo dello Stato – Più passa il tempo più è impossibile farsene una ragione, perché più passa il tempo più ci si rende conto del vuoto, di che cosa è venuto meno, di chi manca e della incomprensibilità delle condizioni che hanno provocato quello che è avvenuto. Non ci sono parole né per dare conforto né per poter trovare rimedi che non esistono. C’è soltanto bisogno che si appuri con rigore la verità e che si faccia con rigore giustizia”.

Intanto, nel massimo silenzio e riserbo, il lavoro degli investigatori e degli inquirenti continua. A maggio arriva un nuovo tassello dell’inchiesta: vengono iscritti nel registro degli indagati i componenti della commissione unificata di vigilanza sui locali di pubblico spettacolo e tecnici che rilasciarono i permessi alla ‘Lanterna azzurra’.

Tra i nuovi indagati c’è anche il sindaco di Corinaldo, in qualità di presidente della stessa commissione. Dalle indagini iniziano ad emergere le carenze del locale sotto i profili della sicurezza. Oggi la nuova svolta con le misure cautelari per la presunta banda dello spray.