Stupro Viterbo, “arrestati non pentiti”  

Stupro Viterbo, arrestati non pentiti

Riccardo Licci e Francesco Chiricozzi (Foto da Instagram/Francesco Chiricozzi)

Pubblicato il: 04/08/2019 12:13

di Sara Di Sciullo

Sta male e pretende che i due arrestati dimostrino un vero pentimento: a poco più di tre mesi dagli arresti per il presunto stupro all’Old Manners di Viterbo, per cui sono finiti in carcere Francesco Chiricozzi e Riccardo Licci, i due giovani ex militanti di Casapound espulsi dal movimento della tartaruga frecciata, la vittima aspetta ancora delle “scuse”.

La ragazza sta ancora male – afferma all’Adnkronos il legale della 36enne, l’avvocato Fausto Taurchini – Pretende che dimostrino che hanno capito la gravità di quello che hanno fatto. E’ per questo che io volevo si scusassero pubblicamente”. “Un pentimento vero non c’è mai stato”, sottolinea l’avvocato Taurchini secondo il quale le dichiarazioni rese dai due nel corso di un recente interrogatorio puntavano solo ad ottenere un alleggerimento della misura alla quale sono sottoposti.

I due giovani sono rinchiusi nel carcere Mammagialla della cittadina laziale, dopo che è stata respinta l’istanza per gli arresti domiciliari, l’ultima volta un paio di settimane fa. La procura ha disposto la perizia sui cellulari, passati al setaccio per ricostruire le chat in cui le immagini della presunta violenza sessuale sarebbero state condivise, e non è escluso che dopo la pausa estiva possa arrivare la richiesta di giudizio immediato.

LA VICENDA – E’ il 29 aprile scorso quando il caso esplode con l’arresto dei due ragazzi, accusati di violenza di gruppo e lesioni aggravate. Secondo quanto ricostruito dalla squadra mobile di Viterbo, Licci e Chiricozzi, che era anche consigliere comunale di Vallerano, incontrano la donna in un bar, poi le propongono di spostarsi nel circolo privato Old Manners, di cui hanno le chiavi, dove si consumerebbe la violenza, filmata con i cellulari.

LE INDAGINI – Gli investigatori parlano di immagini “raccapriccianti” e nell’ordinanza di misure cautelari del gip di Viterbo Rita Cialoni si fa riferimento a reiterati abusi sessuali e insulti beffardi alla vittima, che appare “inerme e apparentemente priva di sensi, completamente nuda e sdraiata sul pavimento”. Le immagini, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, sarebbero state condivise in chat tramite WhatsApp.

GLI INTERROGATORI – Negli interrogatori di garanzia dopo gli arresti, assistiti dai loro legali, i due indagati sostengono di aver interpretato il rapporto come consenziente. La richiesta per ottenere gli arresti domiciliari viene respinta una prima volta i primi di maggio. Una nuova istanza, nonostante il parere favorevole della procura, viene rigettata nelle scorse settimane.