Bce: “Pil Eurozona cresce meno, necessaria politica accomodante”  

Bce: Pil Eurozona cresce meno, necessaria politica accomodante

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Pubblicato il: 08/08/2019 12:08

Il Pil secondo “i nuovi dati sull’andamento economico e le informazioni ricavate dalle indagini continuano a segnalare tassi di crescita leggermente inferiori nel secondo e nel terzo trimestre“. Lo segnala la Bce nel bollettino economico 5. Nel primo trimestre 2019 il Pil in termini reali è aumentato sul periodo precedente dello 0,4%. L’andamento del Pil “riflette soprattutto la protratta debolezza del commercio internazionale – prosegue l’Eurotower – in un contesto influenzato dal prolungarsi delle incertezze su scala mondiale, che gravano in particolare sul settore manifatturiero dell’area dell’euro”.

Il Consiglio direttivo della Bce ha adeguato le sue indicazioni prospettiche sui tassi di interesse di riferimento, “sottolineando la propria determinazione a intervenire se le prospettive di inflazione a medio termine continueranno a essere inferiori all’obiettivo prefissato”. E’ quanto segnala la Bce nel Bollettino economico n 5 diffuso oggi.

“Il Consiglio direttivo ha altresì posto in risalto la necessità di un orientamento di politica monetaria altamente accomodante – prosegue la Bce – per un prolungato periodo di tempo, poiché i tassi di inflazione, sia nella realtà sia nelle proiezioni, si sono collocati costantemente al di sotto di livelli in linea con il valore previsto”.

“In questo contesto, il Consiglio direttivo ha incaricato i comitati competenti dell’Eurosistema di valutare alcune possibilità, – spiega ancora la Bce – fra cui modalità di rafforzamento delle indicazioni prospettiche in merito ai tassi di interesse di riferimento, misure di attenuazione, quali l’elaborazione di un sistema a più livelli per la remunerazione delle riserve, e alcune possibili opzioni riguardanti la dimensione e la composizione di eventuali nuovi acquisti netti di attività”.

Il perdurare di incertezze connesse a fattori geopolitici – segnala la Bce – alla crescente minaccia del protezionismo e alle vulnerabilità nei mercati emergenti sta indebolendo il clima di fiducia, in particolare nel settore manifatturiero” in Eurozona. Poi aggiunge che “se da un lato gli ulteriori incrementi dell’occupazione e le retribuzioni in aumento continuano a sostenere la capacità di tenuta dell’economia, dall’altro l’attenuazione della dinamica della crescita mondiale e la debolezza del commercio internazionale continuano a gravare sulle prospettive per l’area dell’euro”.

“La speranza è che la politica monetaria accomodante sia confermata anche dopo il cambio al vertice tra Draghi e Lagarde”, afferma il presidente dell’Unc, Massimiliano Dona. Secondo Dona, inoltre, “è fondamentale, per il nostro Paese, così altamente indebitato e a rischio costante di una procedura d’infrazione, che riprenda il Qe”.

“Nel Bollettino si attesta che è bastato che la Commissione europea decidesse di non avviare una procedura di infrazione per disavanzo eccessivo per far diminuire i differenziali sui titoli di Stato italiani di 77 punti base. Un dato – conclude Dona – sul quale il Governo Conte dovrebbe riflettere”.