Tod’s sfida i colossi del lusso  

Tod's sfida i colossi del lusso

(Fotogramma/Ipa)

Pubblicato il: 09/08/2019 12:29

“Nel primo semestre abbiamo investito 22,4 milioni in capitale fisso, l’11,5% in più rispetto al periodo gennaio-giugno 2018 e per l’intero esercizio 2019, da qui a dicembre, arriveremo a 45-50 milioni”. Parola di Diego Della Valle, presidente e amministratore delegato di Tod’s, che in un’intervista al ‘Sole 24 Ore’ fa il punto su investimenti, fatturati e redditività del gruppo.

“Abbiamo potenziato la struttura corporate, con l’ingresso di nuovi manager con competenze nel marketing e nello sviluppo digitale – spiega -. Poi c’è il lavoro sulla distribuzione, sempre più spostata verso i negozi a gestione diretta, che per il nostro gruppo valgono circa il 70% del fatturato, con punte dell’85% per la lepre del nostro portafoglio, Roger Vivier, il marchio con il posizionamento più alto e per il quale, fin dall’inizio, abbiamo privilegiato il retail al wholesale”.

Per continuare a giocare nella Champions League del lusso – dice Della Valle – si può persino pensare, nel breve periodo, di sacrificare “qualche punto di ebitda”. “Il lusso è diventato estremamente competitivo, internet e i social hanno abbattuto alcune barriere e reso possibile l’affermazione di nuovi marchi – spiega -. Ignorare tutto questo sarebbe presuntuoso e pericoloso, ma altrettanto importante è, lo ripeto ancora, valorizzare e credere nella propria storia”.

Punti fissi l’artigianalità ed l’heritage, che per Della Valle “restano condizione necessaria, imprescindibile, per procedere a qualsiasi altro tipo di ragionamento. Sono basi solidissime e di fatto indistruttibili sulle quali costruire”. Quanto all’e-commerce, “cresce a doppia cifra da anni e continuerà a farlo, per tutti i marchi. Ma anche con questi numeri e potenzialità, non si può dare nulla per scontato”.

Il patron di Tod’s smentisce infine le voci di un disimpegno patrimoniale della famiglia Della Valle dopo l’ingresso di nuove figure manageriali: “È vero il contrario, la mia famiglia e io continueremo a comperare azioni del gruppo, come abbiamo fatto in passato – sottolinea -. Ci sentiamo responsabili anche per le persone, quasi 5mila, che lavorano con noi in tutto il mondo e per le loro famiglie, come dimostra il welfare aziendale introdotto oltre 20 anni fa e in costante evoluzione”.