La prima volta del Viareggio a poetessa trans  

La prima volta del Viareggio a poetessa trans

Pubblicato il: 21/08/2019 21:20

Il caso letterario e mediatico dell’autobiografia della giovanissima autrice siciliana, una storia di transizione osannata dalla critica e attaccata da integralisti sui social, ha convinto la giuria del prestigioso Premio Viareggio: Questo sabato sera, 24 agosto, alle 21 al Principino di Viareggio condotta dallo scrittore Paolo Di Paolo, la cerimonia di premiazione. ‘Dolore minimo’, vincitore del premio Viareggio Opera prima, è l’autobiografia in versi della giovanissima Giovanna Cristina Vivinetto, poetessa trans di Siracusa, classe 1994, pubblicata da Interlinea nella collana ‘Lyra’. Dacia Maraini l’ha scoperta con Franco Buffoni, che cura ‘Lyra giovani’ presso Interlinea, dove l’opera è uscita con una nota finale di Alessandro Fo. Dopo l’anticipazione della prefazione, della stessa Maraini su un quotidiano, la giovane poetessa, che attualmente vive a Roma dove è laureanda in filologia moderna all’Università La Sapienza, è stata attaccata violentemente da un gruppo integralista senza neppure leggere il libro. Nel giro di 48 ore ‘Dolore minimo’ è arrivato in testa nella classifica dei libri più venduti di poesia di Amazon tanto da bruciare la prima edizione in poche settimane.

Interlinea ha già tirato due edizioni e l’autrice ha vinto piccoli premi prima del Viareggio e partecipato a molti dibattiti, uno alla fiera dell’editoria all’Eur di Roma lo scorso dicembre con Monica Cirinnà, la senatrice che ha promosso la legge che porta il suo nome sulle unioni civili in Italia. Scrive Dacia Maraini nella prefazione che “il suo continuo essere e non essere quel corpo, vedersi diventare a poco a poco un’altra persona, la gioia, la sorpresa e anche il senso di vuoto di quella nuova nascita, è raccontato col ritmo serrato e affascinante della sua dolente lingua poetica”. Il “dolore minimo” del titolo esprime la complessa condizione transessuale pronunciata con grande potenza poetica, volta a infrangere, per la prima volta in Italia, il muro del silenzioso tabù culturale. La giovane autrice racconta la sua rinascita luminosa con versi, delicati e profondissimi al tempo stesso, che hanno fatto parlare di caso letterario dell’anno: “Quando nacqui mia madre / mi fece un dono antichissimo. / Il dono dell’indovino Tiresia: / mutare sesso una volta nella vita”, narra Giovanna Cristina Vivinetto, che, in questo dirompente diario in versi, confessa: “non mi sono mai conosciuta / se non nel dolore bambino / di avvertirmi a un tratto / così divisa. Così tanto parziale”.