Forteto, commissario a Rossi: “Toscana non si costituì parte civile, no diritto a danni” 

Forteto, commissario a Rossi: Toscana non si costituì parte civile, no diritto a danni

Enrico Rossi (Foto Fotogramma)

Pubblicato il: 23/08/2019 11:18

di Roberta Lanzara

“Ho replicato formalmente al governatore della regione Toscana ieri con una lettera (LEGGI) di cui ritengo sia opportuno diffondere il contenuto visto il clamore mediatico e soprattutto le preoccupazioni delle vittime, dei soci e dei lavoratori della Cooperativa”. Lo annuncia il commissario governativo del Forteto, Jacopo Marzetti, rispondendo all’Adnkronos sulla predisposizione di una sua replica formale al presidente della Regione, Enrico Rossi, che lo scorso 6 agosto aveva inviato al commissario governativo una richiesta di risarcimento danni ed invitato poi Marzetti a prendere carta e penna per rispondere formalmente alla lettera della Regione.

“Mi auguro vivamente che il presidente Rossi accolga il mio invito e venga ad incontrare le vittime, i lavoratori e tutte le persone interessate presso la sede del Forteto così come fatto dal ministro Bonafede e dalla vice presidente Carfagna – aggiunge Marzetti, anche membro della Squadra speciale per la protezione dei minori organizzata da Bonafede dopo le vicende di Bibbiano – Sono convinto che la sinergia tra le istituzioni porti sempre e comunque grandi ed importanti risultati per la collettività”.

Ecco i punti cruciali della lettera di risposta del Commissario governativo del Forteto, Jacopo Marzetti al presidente della Toscana. “La Regione Toscana – ribatte innanzitutto Marzetti a Rossi – non si è costituita parte civile nel giudizio penale definito dalla Suprema corte di Cassazione (con la sentenza 3346 del 22 dicembre 2017 /richiamata nella sua comunicazione del 6 agosto 2019 a sostegno delle asserite pretese creditorie)”. Pertanto “non avendo alcuna legittimazione attiva rispetto alla Cooperativa, non ha mai ricevuto dal Commissario Governativo alcuna comunicazione formale”.

La Regione Toscana non ha dunque alcun titolo per chiedere allo Stato risarcimenti: per farlo dovrà andare in opportune sedi giudiziarie e pertanto la cooperativa automaticamente “sarà costretta a spiegare domanda riconvenzionale nei confronti della Regione al fine di ottenere il ristoro dei danni subiti dalle vittime del Forteto e pagati dalla cooperativa per non aver la regione Toscana posto in essere la necessaria attività di vigilanza e controllo nonché di intervento”.

La Regione ha continuato a concedere finanziamenti al guru anche dopo la condanna Cedu: “Nel merito va ribadito un certo sconcerto per la richiesta risarcitoria formulata dalla Sua Amministrazione – scrive Marzetti a Rossi – per fondi versati alla cooperativa laddove andrebbe considerato che tutti i finanziamenti (tranne uno del 1999) sono stati evasi dalla Regione successivamente all’anno 2000, ossia dopo la condanna emessa dalla Cedu per le violenze subite da una vittima e che quindi risulta inequivocabilmente che la Regione era perfettamente a conoscenza della predetta condanna e che nonostante ciò abbia continuato a concedere numerosi finanziamenti al guru della cooperativa e alla sua Setta”.

L’accenno di collegamento a Bibbiano: “Ebbene proprio oggi che la Cooperativa si sta finalmente liberando dell’ignobile famigerato sistema Forteto che ha caratterizzato la Cooperativa nell’ultimo trentennio, la Sua Amministrazione pone in essere un tentativo del tutto tardivo e maldestro di voler dimostrare la presa di distanza della Regione dei tragici fatti del Forteto, che hanno altresì condotto al recentissimo insediamento della commissione di inchiesta nazionale; il tutto peraltro in concomitanza dell’emersione di un fatto analogo, assunto recentemente all’attenzione dei media, ossia ai tragici fatti di Bibbiano”.

Il paradosso: La Regione chiede i risarcimenti alla Cooperativa e non agli autori dei reati. “Ci si chiede come mai la regione abbia manifestato la volontà di ricevere dei risarcimenti da parte della cooperativa che al massimo potrebbe rispondere solo per responsabilità oggettiva e – come ci risulta – non abbia fatto altrettanto nei confronti degli autori materiali dei reati accertati compresi gli ex amministratori della stessa, in passato così incensati da tutte le autorità territoriali, regione compresa”.

L’interferenza: la Regione ingerisce nell’attività della Cooperativa sui risarcimenti alle vittime nonostante l’incarico sia già stato dato ad un Commissario: “Peraltro non si comprende nemmeno per quale motivo la regione Toscana abbia inteso ingerire nell’attività della cooperativa dando indicazioni circa il risarcimento alle vittime accertate posto che il governo, nel conferire l’incarico al commissario, ha già dato abbondanti indicazioni in tal senso e che quindi siffatta interferenza potrebbe ingenerare un cortocircuito istituzionale”.

Le proposte: “Preso atto dell’attuale volontà della regione di occuparsi anche materialmente delle vittime, suggeriamo vivamente di porre in essere un’azione sinergica con la cooperativa volta a completare i risarcimenti magari mediante la predisposizione di un fondo alimentato dalla regione e destinato ai risarcimenti delle vittime non accertate dalla citata sentenza di cassazione.

“In questo contesto sarebbe altresì opportuno da parte della Regione uno stanziamento di risorse finanziarie adeguate, naturalmente autonomo ed ultroneo rispetto alla pretesa risarcitoria avanzata dalla sua amministrazione in favore delle vittime al fine di aiutarle nei progetti di recupero psicologico che fino ad oggi appaiono del tutto insufficienti”.

L’augurio: “Inoltre potrà come Istituzione pubblica unirsi al coro unanime di disappunto per il fatto che un tale scempio, dove le vittime sono stati bambini mandati dallo Stato nella totale assenza appunto delle istituzioni pubbliche, si sia protratto per anni senza la vigilanza degli organismi territoriali preposti”.