Il rebus del programma  

Il rebus del programma

(Fotogramma)

Pubblicato il: 23/08/2019 09:30

Sono 5 i punti imprescindibili dettati da Nicola Zingaretti e 10 quelli presentati da Luigi Di Maio al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per ripartire con un nuovo esecutivo. Punti che fanno emergere, in filigrana, anche le distanze e le convergenze tra le due forze politiche. Ora la domanda per risolvere il rebus è una sola: riusciranno M5S e Pd a trovare la quadra tra i loro programmi per avviare una trattativa?

TAGLIO PARLAMENTARI – Il primo dei “10 obiettivi prioritari” portati all’attenzione del capo dello Stato da Di Maio è la riforma del taglio dei parlamentari. “Per noi deve essere un obiettivo di questa legislatura” e “deve essere tra le priorità del calendario in Aula: non la daremo vinta a chi vuole tenersi stretti 345 parlamentari in più” ha spiegato il capo pentastellato. La riforma, per Di Maio, sarebbe il presupposto per il prosieguo della legislatura e per darle solidità. Anche oggi, in un’intervista al ‘Corriere della sera’, Di Maio ha ribadito che il taglio dei parlamentari si deve fare subito. “Non si rinvia, non ha senso – ha spiegato -. In politica per anni abbiamo sentito dire lo faremo, lo faremo. È ora di fare adesso, non domani. Se c’è volontà si fa adesso, è già calendarizzato”.

Dal canto loro, i dem, non sembrano storcere il naso alla riforma ma sottolineano che “lo stop alla riduzione dei parlamentari è legata al lavoro da fare su una riforma organica, ampia, che comprenda anche il taglio dei parlamentari insieme a altri punti, a partire da una legge elettorale coerente”.

MANOVRA – Punto di convergenza tra i programmi di M5S e Pd è anche l’accordo sulla manovra. Imprescindibile sia per Luigi Di Maio sia per Nicola Zingaretti un pre accordo. Per i pentastellati la manovra dovrà essere “equa” e prevedere “lo stop all’aumento dell’Iva, il salario minimo orario, il taglio del cuneo fiscale, la sburocratizzazione, il sostegno alle famiglie, alle nascite, alla disabilità e all’emergenza abitativa”. Nei cinque punti del Pd, Zingaretti ha invece indicato “una svolta radicale delle ricette economiche e sociali, in chiave redistributiva, che apra una stagione di investimenti”.

AMBIENTE – A mettere d’accordo pentastellati e grillini è anche il capitolo ambiente. Se Zingaretti punta su “una nuova stagione dello sviluppo basato sulla sostenibilità ambientale” come terzo punto del programma dem, Di Maio rilancia con ‘Green New Deal’ da realizzare “nei prossimi decenni”. Un patto, in sostanza, che “porti l’Italia verso l’utilizzo di fonti rinnovabili di energia al 100%” e chiusura a inceneritori e trivelle. I Cinquestelle puntano inoltre “all’economia circolare e alla eco-innovazione e norme contro l’obsolescenza programmata; una legge su rifiuti zero e investimenti pubblici sulla mobilità sostenibile”.

RIFORMA RAI E CONFLITTO INTERESSI – Di Maio propone una nuova governance per la tv di Stato “ispirata al modello Bbc inglese” e una legge “seria” sul conflitto di interessi.

MIGRANTI – Capitolo immigrazione, il Pd invoca una “svolta nella gestione dei flussi migratori, fondata sui principi di solidarietà, legalità e sicurezza”. I Cinquestelle, a loro volta, chiedono il “contrasto al fenomeno dell’immigrazione clandestina e della tratta degli esseri umani, con politiche mirate dell’Unione europea nei Paesi di provenienza e transito” e la modifica del Regolamento di Dublino.

BENI COMUNI – Dalla scuola, all’acqua, passando per la sanità pubblica, le infrastrutture e l’identità digitale. Il M5S punta alla tutela dei beni comuni. Tutti punti sui quali potrebbe convergere facilmente anche il Pd.

GIUSTIZIA, BANCHE, INVESTIMENTI PER IL SUD– Di Maio li definisce “prioritari”. E nel caso di un accordo con il Pd, va da sé che dovranno essere approvati anche dai dem. Si tratta di giustizia (per la quale Di Maio chiede di dimezzarne i tempi e riformare il metodo di elezione del Csm; di un piano di investimenti per il Sud, (“anche attraverso l’istituzione di una banca pubblica per gli investimenti che aiuti imprese in tutta Italia e che si dedichi a colmare il divario territoriale del nostro Paese Sul piano economico-finanziario” e di una riforma del sistema bancario (per separare “le banche di investimenti da banche commerciali”). Tra i punti di Di Maio spicca inoltre la lotta all’evasione fiscale, tema che metterebbe senz’altro d’accordo anche i dem.