Carceri, sorella Kim Rossi Stuart: “Niente posti in Rems, mio figlio bipolare costretto alla cella”  

La sorella di Kim Rossi Stuart: Niente posti in Rems, mio figlio bipolare costretto al carcere

Pubblicato il: 27/08/2019 16:59

di Cristiana Deledda

E’ in cella ma dovrebbe stare in una struttura di cura (Rems), visto che è affetto da bipolarismo e, secondo la relazione psichiatrica, è ”inadatto al regime carcerario”. I posti nelle Rems, le strutture che hanno sostituito gli ospedali psichiatrici giudiziari chiusi per legge, però, scarseggiano e in attesa che se ne liberi uno deve restare dietro le sbarre di Rebibbia, con il ”rischio che diventi pazzo davvero”. E’ la storia di Giacomo Seydou Sy, figlio di Loretta Rossi Stuart e nipote di Kim, l’attore, il ‘Freddo’ del film ‘Romanzo criminale’. ”E’ arrivato al culmine. L’ho visto ieri, è una bomba pronta ad esplodere. Se ora commette una stupidaggine si rovina la vita per sempre”, dice la madre all’Adnkronos che ha girato anche un documentario dal titolo ‘Io combatto’, in cui racconta la sua lotta ”d’amore, coraggio e umiltà” per far sì che un paese civile non sprofondi nell’oscurantismo. (VIDEO)

Venticinque anni, il sogno di diventare campione del mondo di pugilato, la droga che arriva a sbarrarlo. ”Con questo bipolarismo quando assume delle sostanze va subito fuori di testa. Non è un criminale”. Due arresti nel giro di poco tempo: uno per resistenza a pubblico ufficiale, l’altro per un piccolo furto da 60 euro, compiuto in uno stato psicotico. Per ‘Jack’ si spalancano le porte di Rebibbia. Da maggio ha finito di scontare la pena per il furto ma su di lui pende ancora un anno di Rems per infermità mentale. ”E’ un internato, da tre mesi è obbligato a stare in carcere, senza le cure adeguate, perché non c’è posto nella struttura alternativa dove dovrebbe andare. La lista d’attesa è pazzesca”.

E’ questo il cuore della battaglia condotta da Loretta Rossi Stuart. ”Dopo la sacrosanta chiusura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari e la svolta, indispensabile per un paese civile, verso la trasformazione in strutture più piccole dove i pazienti sono curati e non semplicemente rinchiusi (le Rems), il problema è che queste strutture sono ancora pochissime! Nel Lazio sono 3-4, 80 in tutta Italia a fronte di un fabbisogno di 120″.

“Non si può trattenere in carcere chi è stato destinato ad una struttura di cura, le Rems vanno potenziate, questo è il problema! Ma non fa audience, non attira like, non interessa nessuno, nonostante gli svariati episodi di suicidio avvenuti recentemente in carcere, erano giovani in attesa di ingresso in una struttura psichiatrica. Mio figlio è stato un mese in isolamento, da solo in una cella spoglia. Anche una persona sana va fuori di testa, figuriamoci chi ha problemi psichiatrici”, conclude la sorella dell’attore.