Venezia, scoppia il caso Polanski 

Venezia, Martel: Non parteciperò a gala per film Polanski

(Foto Fotogramma)

Pubblicato il: 28/08/2019 15:06

“Ammetto che la presenza del film di Polanski e le notizie sul suo passato mi hanno messo un po’ a disagio. Ho cercato di documentarmi e ho trovato delle dichiarazioni in cui la vittima di Polanski diceva di ritenere il caso chiuso. Io non mi posso mettere al di sopra delle questioni giudiziarie e sono solidale con la vittima. Ho deciso che non parteciperò al gala per il film di Polanski perché io sono impegnata al fianco delle donne vittime di violenza in Argentina”. La presidente della giuria di Venezia 76, la regista argentina Lucrecia Martel, confessa un certo imbarazzo per la presenza in concorso del film ‘J’Accuse’, del regista polacco Roman Polanski, che naturalmente non sarà al Lido perché su di lui pende un mandato di cattura Usa dopo la condanna per aver avuto nel 1977 un rapporto sessuale con una tredicenne con l’ausilio di sostanze stupefacenti e gli Usa potrebbero chiederne l’arresto e l’estradizione.

Io non separo l’uomo dall’artista ma non è facile capire come raffrontarsi con chi ha già affrontato un processo“, ha aggiunto la regista, rispondendo indirettamente al direttore della mostra, Alberto Barbera che ha spiegato invece di “separare l’uomo dall’artista e di giudicare un film solo sulla qualità dello stesso” e di non avere avuto “alcun dubbio nell’includere il film di Polanski nella selezione”.

Lucrecia Martel ha anche parlato della scarsa presenze di donne nel cartellone veneziano. “Il discorso delle quote rosa non è mai soddisfacente ma in una fase di transizione da un modello ad un altro non mi sembra ci siano altre strade. Senza registe, così come senza persone non bianche, il cinema non può riuscire a riflettere la complessità della realtà”, ha sottolineato.

Sull’argomento sono intervenute, con pareri diversi dalla Martel, anche due registe italiane impegnate come giurate alla Mostra del Cinema. Susanna Nicchiarelli, presidente della giuria della sezione Orizzonti, ha detto: “Per me non ha molto senso parlare di quote per una selezione di un festival. Le donne vanno aiutate nell’accesso alle scuole di cinema e nell’accesso ai finanziamenti. La selezione di un festival è solo la fine del processo. E se già tra i selezionatori ci sono delle donne credo che questo sia una garanzia. Ma il vero problema è l’accesso al denaro per la produzione”. Sulla stessa lunghezza d’onda la collega Costanza Quatriglio, presidente della giuria di Venezia Classici: “Sono d’accordo con la Nicchiarelli. La questione è l’accesso alla professione e poi ai finanziamenti. Non a caso le registe donne abbondano ed eccellono nella regia di corti e documentari, che hanno budget inferiori ai lungometraggi di finzione”.