Cammariere: “Mi voleva l’emiro del Qatar ma a Doha fa troppo caldo”  

Cammariere: Mi voleva l'emiro del Qatar ma a Doha fa troppo caldo

(Fotogramma/Ipa)

Pubblicato il: 01/09/2019 19:07

di Giannandrea Carreri

E’ cominciata sulle note di ‘Quelli erano i giorni’, cantato da Gigliola Cinquetti nel 1969, e sarebbe potuta proseguire in Qatar, ma così non sarà, per motivi di clima. E’ la storia dell’insolita esibizione ‘privata’ del cantautore e pianista Sergio Cammariere per Hamad bin Khalifa Al Thani, l’emiro del Qatar che nel 2013 ha abdicato in favore del figlio Tamin.

Un’esibizione avvenuta a metà agosto a Crotone, dove l’emiro ha fatto una breve sosta durante una crociera nel Mediterraneo con il suo mega-yacht, il Katara II, che Cammariere racconta all’Adnkronos così: “Ero in vacanza al Lido degli scogli di Crotone, una struttura che offre hotel, ristorante e spiaggia, quando il gestore, Mario Sposato, mi è venuto a cercare, mi ha detto ‘vieni assolutamente con me, ho un ospite importante’. Siamo andati verso il ristorante, ho notato un servizio di sicurezza che controllava la zona, anche usando una sorta di strani monopattini che poi mi hanno detto essere armati e controllati in remoto”.

“Nel ristorante, dove io pranzavo tutti i giorni, ci sono tre pianoforti a coda e l’emiro del Qatar sedeva con una giovane moglie e un’altra persona ad un tavolo a pochi metri da uno di essi – prosegue Cammariere – il proprietario mi ha presentato e lui mi ha chiesto subito, in inglese, se ero mai stato nel Golfo. Io ero sveglio da poco e sul momento non mi è stato chiaro a cosa si riferisse, ci ho messo un po’ a capire che intendeva il Golfo Persico. Molto simpatica la moglie, ha cercato subito informazioni su di me sul suo telefonino. A questo punto l’emiro mi ha detto che ha nel cuore una canzone italiana, che ascolta da tanti anni, e me l’ha fatta ascoltare dal suo telefonino, chiedendomi di eseguirla. La cosa pazzesca è che si trattava di ‘Quelli erano i giorni’ della Cinquetti ma fatta da un cantante inglese, in inglese. Io sono andato al piano e l’ho suonata a orecchio”.

“Subito dopo si è messo vicino a me un collaboratore, un assistente dell’emiro che ha iniziatio a chiedermi le sue canzoni preferite, almeno credo che lo siano perchè io ho solo suonato, non cantato, i pezzi e sentivo alle mie spalle l’emiro che li canticchiava a mezza voce, seguendo il pianoforte. I brani sono stati tanti e quasi tutti – sottolinea Cammariere – mi hanno riportato indietro agli anni ’80, quando lavoravo tanto in Sardegna, a Porto Cervo. Fra gli altri mi hanno chiesto ‘Have you ever seen the rain?’ di Creedence Clearwater Revival, di Marvin Gaye ‘I heard it through the grapevine’, di Elton John ‘Candle in the wind’, tutti pezzi che erano dei classici già allora, ma anche cose un po’ più recenti come il brano di Stevie Wonder ‘I just called to say i love you'”.

“Nel ristorante c’erano altri due tavoli con il seguito dell’emiro, forse altri componenti la famiglia, per un totale di una trentina di persone; poi c’erano anche altri clienti, ricordo una tavolata di compleanno. Quando mi sono messo a suonare in tanti si sono alzati a fotografare e a filmare con i telefonini. Alla fine però – racconta ancora Cammariere – le persone che stavano con l’emiro si sono fatte dare tutti i telefonini ed hanno cancellato le immagini in cui comparivo io o l’emiro. A me hanno chiesto i miei riferimenti, il mio numero di telefono, sembravano contenti. L’emiro, che è molto simpatico, era felice ed è stato cordiale, a un certo punto mi ha detto che in Qatar ha molte ville dove potrebbe ospitarmi, di andarlo a trovare. E’ passato un mese e mezzo ma nessuno si è fatto sentire”.

Non manca pubblico in Italia per Cammariere: il suo tour per l’ultimo disco, ‘La fine di tutti i guai’, è in corso, oggi il cantautore si esibisce a Cagliari, il 14 settembre sarà all’Aquila, e poi, a ottobre, sarà ospite del Premio Tenco ma, se il telefono dovesse squillare? Accetterebbe l’invito? “Confesso che dopo l’incontro sono andato su internet a vedere com’è il Qatar, com’è la sua capitale Doha. Da quelle parti è quasi tutto deserto, le temperature sono pazzesche e si finisce per stare sempre al chiuso, spesso in dei grattacieli, con l’aria condizionata a palla. O troppo caldo o troppo freddo: ci si lascia la voce in un posto così, non mi sembra l’ideale per chi canta”, risponde Cammariere e regala l’ultimo ricordo di quell’insolita esibizione a metà agosto: “Alla fine il collaboratore dell’emiro mi ha messo una cosa in mano, io ho guardato, era una banconota tutta piegata. Ho detto che non c’era bisogno della mancia, che era stato un piacere ma lui insisteva che era un modo di manifestare gratitudine per la mia cortesia e ho dovuto accettare”.