Sala: “Alleanza M5S-Pd duri per eleggere il Capo dello Stato”   

Sala: Alleanza M5S-Pd duri per eleggere il Capo dello Stato

(Fotogramma)

Pubblicato il: 01/09/2019 15:17

“Il governo M5S-Pd? Mi auguro che duri il tempo necessario a eleggere il prossimo presidente della Repubblica”. Così il sindaco di Milano Beppe Sala, sindaco di Milano, in una intervista al Corriere della Sera che si dice “disorientato da certi atteggiamenti che mi sembrano più la difesa di situazioni personali che atti politici” e al Pd suggerisce di “tenere i nervi saldi”.

“Mi sembrava giusto che a gestire la situazione fosse il Pd e il suo segretario. Non ho voluto aggiungere la mia voce pubblicamente ma ho parlato con tutti i protagonisti a partire da Zingaretti. Non è un mistero che sia stato tra i primi a chiedere di verificare una possibile convergenza con i Cinque Stelle”, spiega Sala aggiungendo che “nessuno di noi si augura che il governo nasca solo per bloccare l’Iva e fare la finanziaria, ma per dare il via a una stagione riformista”. Sull’autonomia “nessuno è contrario – afferma – ma è assurdo il modo con cui si sia tentato di dare più poteri alle Regioni. Una delle speranze che ripongo in questo governo è proprio il ribaltamento della logica autonomista. Anche i Comuni dovrebbero avere più autonomia”.

Secondo il sindaco di Milano è prioritario “ridefinire le responsabilità tra centro e realtà locali. Ritengo ingovernabile un Paese con 8.000 comuni, 80 province, 15 ex province, 14 città metropolitane, 20 regioni. Una macchina infernale, impossibile da gestire. Si diano più poteri ai Comuni e si aboliscano province e si ripensino radicalmente le città metropolitane”. È un metodo replicabile? “Il punto è capire che il metodo Milano è innanzitutto replicabile per il nostro Paese più che mutuabile nelle altre città. Consiste nella capacità di guardare a lungo termine, di fare con serietà un piano di governo del territorio, nel lavorare bene tra pubblico e privato rispettando i valori di ogni componente della società, dalle università alle imprese e dai lavoratori italiani agli immigrati che spesso fanno i lavori più umili”.