Calcio: Carboni, ‘stadi italiani? Ristrutturazione nuova frontiera’  

Carboni: Stadi italiani? Ristrutturazione nuova frontiera

Pubblicato il: 05/09/2019 16:57

“Le grandi imprese hanno capito che sono i grandi eventi sportivi che danno il ritorno commerciale e sono tutti interessati che lo stadio sia bello e si possano utilizzare tutti gli spazi. Le nostre aree di intervento vanno dal disegno, all’illuminazione, dalla copertura esterna delle facciate. Non tutti hanno 100 milioni per rifare uno stadio nuovo e noi lavorando nel settore da molti anni abbiamo capito che la ristrutturazione ha un decimo del costo ed ha gli stessi benefici e il ritorno della spesa del club o il Comune, massimo in un paio di anni. Nel marchio noi abbiamo tre partner, Phillips per le luci, Panasonic ed Lg per audio e video, ed una impresa di Valencia l’Isaval per le vernici sportive che devono avere certificazioni speciali”. Così Amedeo Carboni, ex giocatore di Roma, Valencia e Sampdoria, che con la ‘MolcaWorld’ di Valencia, arriva sul mercato italiano e propone delle soluzioni innovative, un nuovo modo di ristrutturare le aree (non solo interne) degli stadi cercando di ottimizzare gli interventi, contenendo nel contempo i costi, con diverse innovazioni nel branding degli stadi. Una ristrutturazione per le tasche di tutti i presidenti italiani.

“Il nostro vero lavoro è quello di ridare al club e alla città il valore di uno stadio. Oggi gli impianti sono dei veri monumenti e dare un disegno ed una quotidianità durante la settimana è quello che fa rientrare dell’investimento. Il primo beneficiario è sempre il tifoso, perché in genere quando ci sono gli stadi nuovi non c’è mai caos”, ha sottolineato Carboni all’Adnkronos. “Noi lavoriamo molto in Spagna, per ora l’unico lavoro fatto in Italia nel 2018 sono stati i quarti di finale di Coppa Davis con Fognini a Genova dove abbiamo ridipinto tutti i sedili verdi dell’impianto di Genova. Siamo gli unici che ridipingiamo i sedili invece di cambiarli, e costa quasi la metà. E’ da poco che siamo in Italia, abbiamo molto lavoro in Spagna ma ci siamo occupati in generale di impianti sportivi, dalla Coppa America, di due eventi della Ferrari fuori dall’Italia, dei giochi invernali a Granada di sci. Ci siamo specializzati nello sport in generale lavorando anche per grandi sponsor e più del 50% dei materiali li produciamo tutto noi con la fabbrica che abbiamo a Valencia”.

“Per quanto riguarda gli stadi ci siamo occupati del nuovo Wanda Metropolitano, oltre che degli stadi di Betis Siviglia, Valencia, Levante, Celta, Malaga, La Coruna; con Barcellona e Real Madrid facciamo i teloni che scendono sulle facciate, molte volte ricoperte con teloni a disegno retroilluminati. Creiamo poi gli Sky Box, gli spogliatoi, i tunnel, i pannelli pubblicitari, facciamo lo stadio completo”, ha spiegato Carboni.

Per ora la MolcaWorld non è passata alla costruzione diretta degli impianti, ma “ci abbiamo pensato, non l’abbiamo scartata come ipotesi. Bisogna scegliere ditte specializzate e non sono tante. E poi devi stare nei parametri Uefa che sono tremendi, un po’ come è successo alla Spal. Ora stiamo cercando di entrare in Italia, noi faremo più che altro una consulenza di come fare a ristrutturare gli stadi sfruttando poi la manodopera delle ditte locali, portando i nostri materiali. Ho parlato con diversi club italiani ma molti impianti sono Comunali. In Italia stiamo ancora con gli stadi del 1982. La Spagna era peggio dell’Italia in proporzione ma sono stati rivisti non solo gli impianti della Liga ma anche tanti impianti di Serie B e C”.

Carboni ha anche parlato dello stadio di San Siro. “Credo che potesse rimanere ma gli interessi per i club oggi per lo stadio di proprietà sono aumentate tantissimo. Juve e Udinese hanno capito che rifare lo stadio nuovo è un bene, perché c’è un ritorno importante, ma non tutti possono e in Italia moltissimi sono impianti pubblici o comunali. E in uno stadio comunale non si va ad investire e qualche volta si blocca tutto. Napoli? Ci siamo stati ma Comune e Società non si parlano. Ho visto anche lo stadio che avevano progettato i Della Valle. Noi molto spesso collaboriamo anche con gli architetti perché fanno disegni stupendi ma non hanno le misure reali di quello che succede la domenica”, ha raccontato Carboni.

“Ad esempio uno spogliatoio di 300 metri quadrati non lo vuole nessun allenatore e nello stadio dell’Atletico abbiamo fatto capire che doveva essere più stretto ed è stato fatto a ferro di cavallo. C’è poi la tendenza a creare spazi per vedere i giocatori da vicino, fare ristoranti o box vicino ai tunnel, e si creano spazi che nessuno vuole, tipo le prime file di seggiolini che si possono rivedere in stile tennis con dei box vicini al campo e aperti anche con il catering”, ha sottolineato il dirigente della MolcaWorld’ che ha evidenziato come “dove siamo stati noi c’è stato un ritorno del 1200% tipo a Siviglia con il Betis. Dove abbiamo voluto fare la Coca Cola con i colori verde e bianco, erano scettici, li abbiamo convinti, ed hanno avuto un ritorno commerciale di 1 milione e 700 mila euro. Abbiamo fatto tutto bianco e verde lattine comprese. E poi, lo dico da ex giocatore, quando un calciatore entra in uno stadio nuovo gli arriva qualcosa in più se fanno le cose vengono fatte in grande, è un piccolo cambiamento mentale che aiuta tantissimo”.