Binetti e Family Day a Conte: “Tutela diritti infanzia sia priorità governo”  

Binetti e Family Day a Conte: Tutela diritti infanzia sia priorità governo

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Pubblicato il: 07/09/2019 16:59

I diritti dei minori “siano al centro dell’azione di governo e tra le priorità del nuovo esecutivo”. Lo chiedono a gran voce la senatrice Paola Binetti e Massimo Gandolfini, fondatore del Family Day, interpellati dall’Adnkronos, esortando il premier Giuseppe Conte a mettere in campo misure concrete di sostegno alle famiglie per assicurare il rispetto e la tutela dell’infanzia.

“Tra i 29 punti del programma di governo – rileva Paola Binetti- ci sono anche la più efficace protezione dei diritti della persona e il rafforzamento della tutela e i diritti dei minori. In questo senso, è fondamentale che si adottino misure specifiche per le famiglie, in particolar modo per quelle numerose. Un assegno per ogni figlio, ad esempio, sarebbe un gesto simbolico e concreto allo stesso tempo”. Anche in tema di adozioni, “l’interesse del minore deve essere al primo posto. Sì quindi ad affidamenti a nuclei famigliari completi, composti da un padre e da una madre. Non si fanno esperimenti sociali sulla pelle dei bambini. Bisogna poi velocizzare una prassi adottiva che è ancora troppo lenta e faticosa. Una coppia che ha dimostrato equilibrio e maturità non può aspettare 10 anni prima di vedersi assegnato un bimbo da adottare”.

Invoca “procedure più snelle” per le adozioni e “sostegno economico” per le famiglie anche Massimo Gandolfini, fondatore e leader del Family Day. “E dopo la situazione emersa con i fatti di Bibbiano -osserva- bisogna fare in modo che il bambino non sia mai più una merce di scambio”. A giudizio di Gandolfini servono “migliorie alla normativa sulle adozioni in modo che l’interesse preminente del minore sia sempre più tutelato”.

Sull’argomento una lacuna normativa viene evidenziata anche in una pubblicazione della magistrata Alessandra Gatto, esperta in diritto di famiglia. E’ “auspicabile” una riforma della disciplina dell’adozione di maggiori di età che garantisca il superiore interesse dei figli minori, che rappresenta un valore fondamentale dell’ordinamento nazionale e sovranazionale”, sottolinea lo studio, ricordando che “il caso della sopravvenienza di figli dell’adottante successivamente al passaggio in giudicato della sentenza di adozione non è stato disciplinato dal legislatore”. Per Giuffrè editore Gatto ha realizzato la pubblicazione ‘La sopravvenienza di figli successivamente al passaggio in giudicato della sentenza di adozione di persona maggiorenne – Tutela del superiore interesse dei minori sopravvenuti e prospettive di riforma”.

“L’adozione di persona maggiorenne crea un ‘duplice rapporto di filiazione’ per l’adottato maggiorenne”, che “non perde i rapporti con la famiglia d’origine, conservando verso questa tutti i diritti e doveri e tra questi anche i diritti successori. L’adozione di maggiorenne, a differenza dell’adozione di minore, non ha infatti funzione protettiva ma prevalentemente patrimoniale e successoria. La conservazione dei rapporti tra l’adottato maggiorenne e la sua famiglia d’origine -rileva Gatto nella pubblicazione- non impedisce all’adozione di persona maggiore di età di costituire pertanto, in relazione all’adottato, un nuovo stato di figlio che si aggiunge e che concorre con lo status acquisito per nascita”.

“L’adottato maggiorenne conserva quindi lo status di figlio verso i suoi genitori biologici ma allo stesso tempo acquista lo status di figlio adottivo (se pur non si tratti di un’adozione piena) verso l’adottante: il nuovo vincolo di filiazione – scrive la giurista- non si sostituisce, come invece avviene nell’adozione di minore, ma si aggiunge al precedente. Alla luce di quanto esposto emerge quindi una duplice investitura in distinti stati familiari”.

La regola trova una spiegazione “proprio nella ratio dell’istituto dell’adozione di persona maggiorenne che è da ravvisare nella tutela dell’esigenza di assicurare a chi non ha figli la continuità del proprio nome e del proprio patrimonio. I figli sopravvenuti saranno direttamente lesi nella loro sfera patrimoniale da siffatto atto, volto ad incidere nella loro sfera patrimoniale e rispetto al quale non hanno potuto esprimere il proprio consenso. A questo proposito si deve ricordare che il codice civile non ammette l’adozione di maggiorenne in presenza di figli minori”.

Si pone pertanto il problema “della tutela dell’interesse dei minori sopravvenuti”, che “è destinato ad acquisire una rilevanza preminente”. A giudizio della giurista, che cita una serie di disposizioni normative sull’argomento specifico, “emerge pertanto una piena tutela del superiore interesse del minore: al suddetto interesse deve essere attribuita rilevanza preminente in tutte le decisioni volte ad influire nella sua sfera individuale”.

“Il caso della sopravvenienza di figli dell’adottante successivamente al passaggio in giudicato della sentenza di adozione non è stato disciplinato dal legislatore: attualmente -aggiunge- le ipotesi di revoca dell’adozione di persona maggiorenne, previste dagli artt. 306 c.c. e ss., sono tassative e tra queste non è indicata la fattispecie in esame. Senza dubbio emerge l’esigenza di tutela dei figli minori dell’adottante nati successivamente al passaggio in giudicato della sentenza di adozione di maggiorenne”.