Clima: da solo ogni giorno di fronte a presidenza Russia, il sostegno di Greta  

Il violinista per il clima da solo ogni giorno di fronte a presidenza Russia

(dal profilo dell’account Twitter di Makichyan Arshak)

Pubblicato il: 17/09/2019 12:14

Da ieri passa le sue giornate di fronte all’Amministrazione presidenziale a Mosca, e lo farà ogni giorno fino al 27, per protestare contro la mancata azione dei governi contro i cambiamenti climatici. Il violinista di 25 anni Arshak Makichyan, diplomato da poco al Conservatorio Tchaikovsky di Mosca, “attivista per il clima”, come si definisce sul profilo del suo account Twitter, spiega di aver deciso di lanciare questa nuova protesta dopo che le autorità locali hanno rifiutato l’autorizzazione a una manifestazione per il clima di dimensioni contenute nel centro della città. In piedi di fronte all’ingresso dell’edificio, tiene in mano il cartello con la scritta a pennarello nero “Zabastovka za klimat” (sciopero per il clima).

Da Washington, dove venerdì ha partecipato a un sit-in di fronte alla Casa Bianca, Greta Thunberg ha offerto il suo sostegno alla protesta di Arshak. “Noi che viviamo in luoghi in cui ti è consentito scioperare e protestare abbiamo l’obbligo morale a farlo. Se non per noi, per coloro che non ne hanno il diritto”, ha scritto la giovane ambientalista svedese, che con la sua protesta solitaria di fronte al Parlamento a Stoccolma ha innescato in questi ultimi mesi una protesta in numerose città dei paesi occidentali e ispirato lo stesso Makichyan.

“Non c’è tempo per giochetti stupidi con le autorità”, ha scritto Arshak, dopo il rifiuto all’autorizzazione a una protesta in centro. L’hashtag dei suoi tweet: “Let Russia Strike for Climate”, pericoloso corto circuito fra le proteste di Mosca contro la bocciatura delle candidature dei candidati indipendenti, a cui Makyshan ha partecipato, dopo essere sceso in piazza per la prima volta nel mese di febbraio, per l’anniversario dell’uccisione dell’oppositore Boris Nemtsov, e le proteste diffuse nel paese su questioni molto concrete, come le discariche di rifiuti o gli incendi in Siberia. Fra il diritto a protestare e diritto al futuro.

“Avevo pensato a uno sciopero della fame, ma i miei amici mi hanno dissuaso. Sono molto arrabbiato e sconfortato dalla stupidità dei nostri funzionari di governo. E’ nostro diritto combattere per il nostro futuro. Senza futuro la nostra vita è priva di senso, anche se c’è ancora speranza”, ha scritto ieri il giovane di origine armena.

Ogni venerdì, per più di 20 settimane consecutive da marzo, nei mesi scorsi Makichyan ha protestato sulla Piazza Pushkin di Mosca dopo aver preso parte a una manifestazione dei “Fridays for Future” a Mosca, nel luogo isolato in cui sono autorizzate le proteste, il Parco di Sokolniki, “un posto in cui nessuno ha fatto caso a noi”. Da qui la sua decisione

La sua protesta solitaria ha trascinato altri giovani russi: oltre 1,2 milioni di persone hanno firmato una petizione per chiedere alle autorità di gare più contro i problemi dell’ambiente in Siberia, dove quest’estate è andata in fiamme una regione estesa quanto il Belgio.