Da Genova a Napoli, ai bisognosi cibo in più delle navi Costa  

Da Genova a Napoli, ai bisognosi cibo in più delle navi Costa

Pubblicato il: 18/09/2019 16:22

Napoli è solo l’ultima delle città in cui è sbarcato il programma delle donazioni alimentari delle navi Costa Crociere. Perché è da luglio 2017 che, grazie alla collaborazione con la Fondazione Banco Alimentare Onlus, esiste questo progetto per il recupero e il riutilizzo a fini sociali delle eccedenze alimentari.


“Abbiamo iniziato a a luglio di due anni fa a Savona – spiega all’Adnkronos Stefania Lallai, Sustainability and External Relations Director di Costa Crociere – e la nostra idea è quella di estendere questo servizio il più possibile, perché si tratta di un progetto dagli orizzonti infiniti. La nostra road map in questo senso è già pronta”. “In questo senso il Banco Alimentare è fondamentale, trattandosi di un partner affidabile e globale – aggiunge – è il braccio logistico che ci aiuta anche a scegliere i beneficiari”.


Partito a Savona il 22 luglio 2017, il progetto è infatti già attivo in Italia, oltre che nei porti di Savona e Napoli, anche a Civitavecchia, Bari, Palermo e Genova. Inoltre è stato esportato come ‘best practice’ italiana in Francia e Spagna – a Marsiglia e Barcellona – e, dallo scorso dicembre anche nelle Antille Francesi – in Guadalupa e Martinica. Progetto che consente la raccolta del cibo preparato, ma non servito, nei ristoranti delle navi e la sua distribuzione a organizzazioni locali che forniscono assistenza a persone in difficoltà. “In poco più di due anni sono state così distribuite oltre 140.000 porzioni di cibo”, fa sapere Lallai, a un totale di 12 associazioni. Una rete virtuosa, dunque, tra profit e no profit, che permette di combattere la lotta allo spreco alimentare e al tempo stesso aiutare chi ne ha bisogno.

Ad esempio la Costa Fascinosa, nave della compagnia italiana che ospita fino a 3.800 persone, farà scalo regolarmente nel porto di Napoli ogni lunedì fino al 28 ottobre 2019. Ogni domenica sera precedente l’arrivo della nave nel capoluogo partenopeo, al termine della cena, verranno raccolti tutti i piatti preparati nelle aree ristorazione che non sono stati serviti agli ospiti, i cosiddetti ‘ready to eat’. I pasti saranno poi riposti in appositi contenitori di alluminio che verranno sigillati ed etichettati per garantirne la tracciabilità, e successivamente conservati nelle celle frigorifere di bordo. Il giorno seguente, dopo l’attracco della nave, i contenitori saranno sbarcati e consegnati ai volontari del Banco Alimentare, che li doneranno alla mensa ‘Papa Francesco’ presso la Casa del Pellegrino di Pompei, finanziata e gestita dal Sovrano Ordine Militare di Malta.

“Noi abbiamo colto l’opportunità della legge Gadda, una legge innovativa – spiega ancora Lallai – che ha reso percorribile il cambiamento da rifiuto a eccedenza attivando un sistema virtuoso. Prima ciò che avanzava, e parliamo di piatti particolari e di un certo livello preparati da chef dall’alto valore nutrizionale, non toccati dagli ospiti, era considerato comunque un rifiuto e doveva essere smaltito in mare, senza nessun tipo di impatto ambientale, ci tengo a dirlo, essendo il cibo 100% biodegradabile”.

“Ma in questo modo – sottolinea – mancava l’ultimo anello nella catena del valore del cibo”. “Grazie a questa legge abbiamo disegnato un processo, con un grande lavoro di concertazione durato mesi, coinvolgendo diversi attori senza i quali non avremmo potuto raggiungere il nostro obiettivo”, dice ancora Lallai.

“Ci sono degli aspetti che, andando avanti con il progetto, non avevamo considerato ma sono senza dubbio un valore aggiunto – conclude la Sustainability and External Relations Director di Costa Crociere – prima di tutto da parte del nostro personale che, nonostante questo progetto comporti del lavoro in più per loro, sono felici che il loro lavoro oltre a non diventare un rifiuto diventi utile, restituendo valore al cibo e creando un legame profondo e un senso di solidarietà”.

“Poi, parlando con molte delle comunità beneficiare, per alcuni ospiti di culture e nazionalità diverse assaggiare questo cibo, abituati a mangiare pasti spesso molto simili, ha significato anche un motivo ulteriore di apertura – ha aggiunto – a questo noi di Costa non ci avevamo pensato. E ancora, aver portato a bordo dei ragazzi tra i 15 e i 18 anni ospiti di alcune di queste strutture è stato in alcune casi di stimolo per pensare al proprio futuro professionale”.