Clima: una Grande Muraglia Verde per le città, il progetto parla italiano  

Una Grande Muraglia Verde per le città, il progetto parla italiano

Pubblicato il: 23/09/2019 17:59

Una Grande Muraglia Verde per proteggere le città da siccità, ondate di calore, venti estremi, inondazioni e frane, e renderle più resilienti ai cambiamenti climatici. Il progetto, presentato oggi durante il Summit sul Clima promosso dalle Nazioni Unite, si propone di realizzare nei pressi di 90 città, dall’Africa all’Asia Centrale, 500.000 ettari di nuove foreste urbane e 300.000 ettari di foreste naturali da mantenere e ripristinare entro il 2030. E l’idea è di estenderlo anche in altri continenti, in particolare in Europa.

Il modello è il Great Green Wall, progetto coordinato dall’Unione Africana che sta realizzando un sistema forestale e agricolo lungo 8.000 km e largo 15 km che, dal Senegal all’Etiopia, per bloccare la desertificazione e a ricreare nell’area subsahariana ambienti favorevoli alla coltivazione e alla vita delle popolazioni insediate. I “Great Green Walls of Cities” si presentano come grandi corridoi ecologici in cui le città diventerebbero i nodi di una vasta infrastruttura verde continentale che integrerebbe le aree metropolitane nel più ampio mosaico delle aree protette del pianeta.

Se è vero infatti che le città del mondo producono circa il 70% della CO2 presente nell’atmosfera e che le foreste e i boschi ne assorbono il 40%, aumentare i boschi attorno e all’interno delle città del mondo moltiplicherebbe la capacità di resilienza delle aree urbane e ridurrebbe drasticamente, grazie ai processi di fotosintesi delle piante, la produzione di CO2.

“Great Green Wall of Cities” è un grande progetto al quale il gruppo di ricerca che fa capo a Stefano Boeri, esperto di forestazione urbana, sta lavorando con la Fao insieme a Royal Botanic Gardens Kew, Arbor Day Foundation, C40, Un-Habitat, Cities4Forests, Sisef (Società Italiana di Silvicoltura e Ecologia Forestale) e Urban Forest Research Center in Cina.

“Siamo entrati in una nuova fase della storia umana – commenta Stefano Boeri – nella quale vedremo finalmente una nuova alleanza tra le foreste e le città, cioè tra due ambienti che la nostra specie ha sempre tenuto separati in quanto espressione l’uno del massimo di artificio e l’altro del massimo di naturalità. Gli alberi e i boschi non saranno più solo una presenza decorativa o un ambiente da circoscrivere in aree protette, ma diventeranno parte integrante della sfera di vita di milioni di cittadini del mondo. Difendere le foreste, forestare le città e far crescere nuove città-foresta: sono queste le grandi sfide da affrontare subito, tutti insieme, se vogliamo arrestare il cambiamento climatico”.

La sessione di lavoro iniziata alla Climate Week in occasione del Climate Summit 2019 riprenderà in Italia il 21 novembre, giornata nazionale dell’albero, quando Triennale Milano (di cui Boeri è presidente) ospiterà e presenterà insieme ai partner del Forum Mondiale della Forestazione Urbana (Fao, Sisef e PoliMi) il “World Forum on Urban Forests Milano Calling 2019”.

L’appuntamento, a un anno dal primo World Forum on Urban Forests di Mantova e in anticipazione del prossimo Forum Mondiale della Forestazione Urbana che si terrà nel 2022 in Cina, tratterà questioni chiave relative alla protezione delle foreste e all’implementazione della forestazione urbana.

Al World Forum on Urban Forests Milano Calling 2019 in Triennale Milano, il Comune di Milano, la Città Metropolitana, il Politecnico di Milano, Parco Agricolo Sud e Parco Nord presenteranno il progetto ForestaMi che, con la messa a dimora di tre milioni di alberi a Milano entro il 2030, fa del capoluogo lombardo uno dei casi di forestazione urbana più interessanti a livello mondiale; e la sua declinazione su tutto il territorio nazionale con il progetto “Parco Italia” che lo estende a 14 metropoli italiane collegate tra loro da corridoi verdi e che porterebbe alla messa a dimora, in pochi anni di 22 milioni di nuovi alberi.