Caso Alpi, Taormina: “Avanti e indietro indagini erode credibilità giustizia”  

Caso Alpi, Taormina: Avanti e indietro indagini erode credibilità giustizia

(foto Adnkronos)

Pubblicato il: 04/10/2019 16:35

di Giselda Curzi

“Ormai è diventato uno sport nazionale andare avanti e indietro con i gip che a seconda di come gli gira in quel momento decidono se respingere o no le richieste di archiviazione. La verità su Ilaria Alpi e Miran Hrovatin, cioè che si è trattato di una rapina, non sta bene a un certo mondo comunista perché lei doveva essere la loro eroina ma così non è stato. E non lo è stato per via della magistratura che ha sempre archiviato, poi per la commissione d’inchiesta che ha messo il sigillo su questa vicenda. E questo andare avanti e indietro porta anche ad erodere la credibilità della giustizia“. Lo ha detto all’Adnkronos l’avvocato Carlo Taormina, ex presidente della Commissione parlamentare d’inchiesa sull’omicidio Alpi-Hrovatin, in merito al rigetto della richiesta di archiviazione delle indagini sull’omicidio della giornalista Ilaria Alpi e dell’operatore Miran Hrovatin, uccisi in un agguato il 20 marzo del 1994 a Mogadiscio, in Somalia.

“Con la commissione che io ho presieduto abbiamo fatto un lavoro infinito, che tra l’altro era giunto ad una conclusione unanime. Poi però, soltanto per motivi biecamente politici, la commissione si spaccò e venne redatta una relazione di maggioranza. Ma abbiamo fatto tutti gli accertamenti possibili e immaginabili. Abbiamo rintracciato l’auto, individuato il commando che ha ucciso Ilaria Alpi e l’operatore Miran Hrovatin, abbiamo consentito che Hashi Omar Hassan venisse assolto – prosegue Taormina – perché siamo stati noi a renderlo possibile attraverso un pentito, testimone oculare dell’agguato, che ha dichiarato che Hashi non c’entrava nulla con l’omicidio. Abbiamo mandato gli atti alla Procura Generale della Corte d’Appello di Roma e a quella di Firenze che poi ha assolto Hassan. Abbiamo fatto tutto quello che poteva essere fatto, le trivellazioni sulla strada che era stata indicata come quella dove ci potevano essere rifiuti di qualsiasi genere, anche nucleari, il carotaggio è stato sempre e soltanto negativo”.

“Insomma – spiega Taormina – abbiamo spaziato su tutte le possibili cause dell’omicidio, ed è rimasta poi quella che ci è stata confermata dal collaboratore di giustizia che abbiamo sentito e cioè che la Alpi e Hrovatin furono uccisi in un agguato a scopo di rapina. E’ stato anche accertato che non c’è stato mai nessun colpo sparato alla testa come se fosse un’esecuzione – conclude Taormina – mentre venne accertato, con la polizia scientifica, sulla base dell’auto ritrovata e sulla base delle traiettorie che abbiamo ricostruito dei proiettili, che i colpi sono stati esplosi a da una distanza di 5 metri, quindi non ravvicinati”.