Sindacati polizia contro Chef Rubio: “Parole inappropriate”  

Sindacati polizia contro Chef Rubio: Parole inappropriate

(Fotogramma)

Pubblicato il: 05/10/2019 11:57

“Le parole insensate e offensive di questo signore che gode di una impropria notorietà sono la conferma di come l’essere noti oggi giorno sia qualcosa di raggiungibile anche per chi, invece, dovrebbe essere lasciato ai margini della società, mancando di qualità come il senso di responsabilità e il buon senso teoricamente alla base del comportamento per chi ambisce a diventare un personaggio pubblico. Ci rendiamo conto che alcuni soggetti che vivono in una anacronistica sub cultura anarcoide non possano mai immaginare il dolore che stiamo provando in questo momento è ad anche per questo ci fanno pena”. Così, all’Adnkronos, Domenico Pianese, segretario generale del sindacato di Polizia Coisp sui post social di Chef Rubio.

Più comprensivo Felice Romano, segretario generale del sindacato di Polizia Siulp: “Conosciamo tutti chef Rubio e i suoi singolari metodi per approcciare alle cose che vuole trattare. Sicuramente il suo intento, almeno questo mi è parso di comprendere, era quello di manifestare solidarietà ai poliziotti e al lavoro che svolgono addebitando la responsabilità di eventuali colpe solo ai vertici della catena di comando. E questo rispecchia la sua personalità e il suo essere nel lavoro che svolge come uomo immagine del piccolo schermo. Purtroppo però, almeno in questo caso, l’eccesso di vicinanza ai poliziotti e la condivisione con loro rispetto alle difficoltà in cui sono costretti ad operare lo hanno portato ad usare una frase forte ma non del tutto appropriata“.

“Sono certo – prosegue – che, se glielo chiedessimo direttamente, chef Rubio confermerebbe la sua fiducia e la sua vicinanza ai poliziotti e a tutte le donne e uomini delle forze di polizia per il delicato e prezioso lavoro che svolgono. Quello che a mio avviso voleva dire e che sono abbandonati a se stessi dalla catena di comando. Ma anche questo non sempre è vero. La vera questione è la spettacolarizzazione e la strumentalizzazione che la politica ha fatto e continua a fare della sicurezza dei cittadini, alimentando di contro la fabbrica delle paure, senza poi agire di conseguenza con norme che tutelino gli appartenenti alle forze di polizia e i cittadini rendendo le pene certe e immediate in modo da scoraggiare chi delinque e la loro ormai radicata convinzione di totale impunità nel nostro Paese”.