Usa: Kievgate, martedì l’audizione alla Camera dell’amb. Ue  

Martedì l'audizione di Sondland, 'inviato ombra' di Trump per l'Ucraina

Gordon Sondland (Foto Afp)

Pubblicato il: 05/10/2019 19:28

E’ stata fissata per martedì prossimo l’audizione dell’ambasciatore degli Stati Uniti all’Unione europea Gordon Sondland, una figura chiave nelle presunte pressioni della Casa Bianca al governo di Kiev per l’apertura di inchiesta contro i Biden, di fronte alle Commissioni della Camera dei rappresentanti che indagano sul Kievgate, anticipano i media americani.

Sondland aveva incontrato il presidente dell’Ucraina Volodymir Zelensky per “dargli consigli” su come “farsi largo” nelle richieste del presidente Trump, ha denunciato il whistle-blower. L’ex inviato Usa per l’Ucraina, Kurt Volker, ha testimoniato giovedì di fronte alle tre commissioni, in una audizione durata dieci ore, e consegnato ai deputati che lo avevano richiesto copia di tutte le sue comunicazioni, comunicazioni avvenute non attraverso i loro account mail del dipartimento di stato ma con messaggi WhattsApp.

Sondland, che negli ultimi quattro mesi ha di fatto affiancato Volker sul dossier Ucraina, ha invece inviato il materiale richiesto dalle Commissioni al dipartimento di Stato, allungando così la procedura. Il Congresso deve ora insistere con il dipartimento di Stato per farsi consegnare il materiale.

Sondland, che ha 61 anni , aveva donato un milione di dollari per l’inaugurazione di Trump. Non aveva mai avuto incarichi di governo prima di diventare ambasciatore all’Ue nel giugno del 2018. Durante il suo mandato, ha fatto frequenti avanti e indietro con Washington e si è fatto notare a Bruxelles per i toni tutt’altro che diplomatici, oltre che per sua scarsa presenza in città .

“L’Ucraina è sensibile sulla questione dell’essere considerata seriamente, non solo come strumento nelle politiche per la rielezione a Washington”, aveva scritto in un dispaccio un diplomatico inviato a Kiev dopo il richiamo, improvviso e in anticipo sulla fine del mandato dell’ambasciatore a Kiev, Marie Yovanovich (molto probabilmente William Taylor, ndr). “Dobbiamo avviare il colloquio e costruire la relazione”, ha risposto Sondland.

Il suo nome era stato cancellato dall’allora consigliere per la sicurezza nazionale John Bolton dalla delegazione Usa alla cerimonia di inaugurazione di Zelensky a maggio. E poi reinserito per decisione di qualcun altro alla Casa Bianca, quindi fotografato al fianco di Volker e del capo della delegazione, il segretario dell’Energia Rick Perry a Kiev.

A giugno, ha organizzato una festa per la giornata dell’Indipendenza, un mese in anticipo sulla festività del quattro luglio, in un museo dell’auto di Bruxelles seguito da una cena privata a cui erano presenti, fra gli altri, Zelensky e Jared Kushner. Ai primi di luglio, a una riunione alla Casa Bianca, con anche una delegazione ucraina, Sondland è uscito dal copione precedentemente concordato con Bolton e altri esponenti dell’Amministrazione. Nel mezzo del discorso sull’auspicio Usa di una reale lotta alla corruzione, l’ambasciatore presso l’Ue ha precisato che Washington aveva anche altri obiettivi, obiettivi che andavano oltre le inchieste già in corso in Ucraina. Non ha citato Burisma o i Biden, ma le implicazioni delle sue parole hanno colpito diversi esponenti dell’amministrazione, spiegano le fonti citate dai quotidiani americani.

Il Kievgate non è la prima occasione in cui Trump finisce nel calderone della politica interna e giudiziaria in Ucraina. In piena campagna elettorale, nel 2016, era trapelato che l’allora presidente della campagna elettorale di Trump, Paul Manafort, aveva intascato milioni di dollari in nero dal Partito (filo russo), delle regioni di Viktor Yanukovich di cui era stato consulente. La notizia costrinse Manafort a rassegnare le dimissioni, ma le autorità a Kiev non hanno mai indagato mai sull’origine di questi fondi neri.