Montante, sentenza: “Non è mafia bianca, ma trasparente”  

Montante, sentenza: Non è mafia bianca, ma trasparente

(Fotogramma)

Pubblicato il: 08/10/2019 22:19

L’ex presidente di Confindustria Sicilia Antonello Montante aveva “elaborato un progetto di occupazione egemonica dei posti di potere”. Lo scrive il Gup di Caltanissetta, Graziella Luparello, nelle motivazioni della sentenza che lo ha condannato a 14 anni di carcere. Si tratta di un progetto, spiega il Gup, che “era stato condiviso da tutti coloro che traevano beneficio dalla progressiva attuazione di esso”, i quali, “del resto, non avevano alcun motivo per rifiutare le varie proposte di carriera, politica, amministrativa o industriale-associativa che via via, grazie alla innegabile abilità relazionale di Montante, si presentavano. Un progetto – sottolinea Luparello – condiviso anche da chi sapeva che Montante era la chiave di accesso a ministeri, enti pubblici e imprese private per ottenere posti di lavoro, trasferimento o incarichi di prestigio: Montante non gestiva potere, ma lo creava”.

Ora, “se associarsi è una pratica legittima, che gode anche di copertura costituzionale, senza scadere nella illiceità in ragione della sola finalità egemonica nelle istituzioni politiche – precisa il Gup -, associarsi per commettere reati, necessari per l’occupazione di posti di potere, integra il delitto di cui all’art. 416 c.p. Orbene, nel caso che ci occupa, gli imputati hanno commesso, in forma concorsuale, diversi delitti: gli accessi abusivi ai sistemi informatici della polizia”.

Nelle motivazioni della sentenza del Gup che condanna l’ex presidente Montante a 14 anni di carcere si legge anche come lo stesso Montante “è stato il motore immobile di un meccanismo perverso di conquista e gestione occulta del potere, che, sotto le insegne di un’antimafia iconografica, ha sostanzialmente occupato, mediante la corruzione sistematica e le raffinate operazioni di “dossieraggio”, molte delle istituzioni pubbliche, sia regionali che nazionali, dando vita ad un fenomeno che può definirsi plasticamente non già quale mafia bianca, ma mafia trasparente, apparentemente priva di consistenza tattile e visiva e, perciò, in grado di infiltrarsi eludendo la resistenza delle comuni misure anticorpali”.