Reddito a rischio sospensione per 520 mila 

Reddito a rischio sospensione per 520 mila

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Pubblicato il: 08/10/2019 09:26

Integrare la domanda per il Rdc, pena la sospensione. Venerdì 4 ottobre sono stati infatti inviati 519.586 sms per avvisare i percettori di Reddito o Pensione di cittadinanza (Rdc/Pdc) che hanno presentato la domanda nel mese di marzo della possibilità di integrare la domanda. Nella sola giornata di venerdì sono pervenute 114.352 integrazioni. A comunicarlo è l’Inps. L’istituto ricorda che la Legge di conversione 26/2019 ha previsto un regime transitorio di salvaguardia delle richieste presentate prima della sua entrata in vigore, stabilendo che il beneficio potesse essere erogato per un periodo non superiore a sei mesi anche in assenza della nuova documentazione richiesta. Le domande presentate a marzo 2019 e accolte sono state conseguentemente poste in pagamento fino a settembre 2019. Da ottobre 2019 occorre però, ricorda l’Inps, allineare il contenuto delle dichiarazioni rese da chi ha presentato la domanda nel mese di marzo a quello previsto dalla Legge di conversione.

Gli interessati sono stati avvertiti di questa possibilità tramite i recapiti sms o e-mail da loro indicati nella domanda. I nuclei familiari interessati potranno integrare le dichiarazioni di responsabilità presentate in domanda (e prendere atto delle informative aggiornate) collegandosi al link sopra riportato, per il quale non è richiesto il Pin e che è anche indicato nel messaggio loro inviato. Il collegamento alla pagina rimarrà sempre attivo. Solo per le domande aggiornate fino al 21 ottobre, però, sarà possibile l’elaborazione nei tempi utili per la liquidazione della rata di Rdc/Pdc spettante per la mensilità di ottobre. Per chi effettuerà l’aggiornamento dopo il 21 ottobre, la prestazione resterà sospesa sino all’acquisizione della dichiarazione.

L’Inps chiarisce poi che, “diversamente da quanto riportato da alcuni organi di stampa, le domande di Rdc/Pdc accolte al 30 settembre sono 976.852 e che gli sms vengono inviati dall’Inps non per sollecitare nuove domande, ma con le modalità sopra indicate per consentire a chi aveva già presentato domanda a marzo di integrarla ai sensi della nuova normativa e, permanendo il diritto, non subire la sospensione dell’erogazione della prestazione”.