Russiagate, avvocato di Mifsud: “Non so più dove sia” 

Russiagate, avvocato di Mifsud: Non so più dove sia

(Fotogramma)

Pubblicato il: 09/10/2019 17:13

di Marco Liconti

Che fine ha fatto Joseph Mifsud? “Non so dove sia, l’ultima volta che ho avuto sue notizie fu la scorsa primavera, attraverso una terza persona”. Nemmeno l’avvocato svizzero Stephan Roh, interpellato dall’Adnkronos, ha idea di dove sia in questo momento l’enigmatico professore maltese, al centro del Russiagate e ora dello ‘Spygate’ che riempie le cronache italiane di questi giorni. Secondo le ricostruzioni giornalistiche, per capire dove sia finito Mfsud, il ministro della Giustizia William Barr e il procuratore John Durham, che per conto dell’Amministrazione Trump stanno conducendo la contro-inchiesta sul Russiagate, sono volati a Roma per chiedere l’aiuto della nostra intelligence.

Lo stesso Roh non è un personaggio secondario nella vicenda del Russiagate. Secondo alcune ricostruzioni avrebbe avuto (o avrebbe ancora) stretti legami d’affari con la Russia e sarebbe lui il legame tra Mosca e Mifsud. Secondo quanto rivelato nel suo libro ‘The faking of Russiagate – the Papadopoulos case’, ora introvabile, ma del quale diede conto The Atlantic – Roh sarebbe stato anche interrogato dagli agenti dell’Fbi che indagavano per conto del procuratore speciale Robert Mueller, per comprendere il ruolo di Mifsud e il suo legame con George Papadopoulos.

Quest’ultimo era il consulente della campagna di Trump al quale il professor Mifsud in un incontro nella primavera del 2016 alla romana Link Campus University avrebbe offerto materiale “sporco” su Hillary Clinton, sotto forma di migliaia di email in possesso dei russi. La circostanza è ampiamente riportata nel Rapporto Mueller, che definisce la Link come l’università romana dove George Papadopoulos fu presentato a Joseph Mifsud”. Secondo un’altra ricostruzione, illustrata nei giorni scorsi dall’Adnkronos, Mifsud e Papadopoulos potrebbero in realtà essersi conosciuti prima, a Londra, quando entrambi collaboravano o avevano contatti con il London Centre of International Law Practice (Lcilp).

Sul ruolo di Mifsud nel Russiagate, così come illustrato nel Rapporto Mueller, Roh dice all’Adnkronos: “Il Rapporto Mueller non descrive in maniera sufficiente e corretta il professor Mifsud e il suo ruolo. Lo stesso Mueller, durante la sua audizione al Congresso, si rifiuta di dare spiegazioni sul professor Mifsud”. Nella ricostruzione sulla quale sembra basarsi la contro-inchiesta condotta da Barr e Durham, il Russiagate fu una ‘polpetta avvelenata’ preparata dall’Amministrazione Obama e da alcuni governi amici dell’epoca (tra cui quello italiano), per incastrare Donald Trump e costringerlo alle dimissioni in caso di elezione. E questa è anche la lettura del Russiagate che dà George Papadopoulos, condannato negli Usa per aver mentito all’Fbi sui suoi contatti con la Russia, mentre lavorava per la campagna presidenziale di Trump.

Anche sul legame tra Mifsud e la Link Campus University, più volte definito marginale dal fondatore e presidente dell’ateneo romano Vincenzo Scotti, l’avvocato Roh fornisce la sua versione. “Mifsud ha avuto molti legami e a lungo con la Link. E’ stato il fondatore della Link Campus University di Malta. Detiene il 35% delle quote della Link International srl di Roma, che è una gruppo separato che si occupa di intelligence, consulenza e difesa, gestita da altri azionisti della Link”.

Inoltre, prosegue Roh, Mifsud è stato “un docente di scienze politiche, direttore internazionale della Link, fondatore e direttore del Link International Center for War and Peace, sponsorizzato dall’azienda saudita PetroSaudi”. Secondo la ricostruzione dell’avvocato Roh, Mifsud per la Link University si adoperava anche per “attrarre investitori e partner” e in questo ruolo “viaggiava per conto della Link negli Stati Uniti, in Russia, in Gran Bretagna e in altri Paesi, facendo riferimento direttamente a Vincenzo Scotti”.

A proposito di Link e dell’avvocato Roh. Secondo quanto affermato dal legale in una intervista al Foglio del 26 aprile 2019 lo stesso possiede “il 5 per cento della Global Education Management (Gem), la società che gestisce la Link University. Lo scopo del nostro investimento era di contribuire a sviluppare l’università e di venderla a un investitore di professione”. Da qui, secondo alcune indiscrezioni trapelate in ambienti dell’università romana, sarebbe iniziato l’interesse di Roh per mettere in cattiva luce l’ateneo. Capire dove sia la verità, il depistaggio, la speculazione politica, in questo ginepraio spionistico internazionale diventa sempre più difficile.