Borsa: banche in rally spingono al rialzo Piazza Affari  

Ftse Mib in rialzo dell’1%, rally di UniCredit

Pubblicato il: 10/10/2019 18:57

Spinte dalla partenza positiva dei listini a stelle e strisce, le borse europee chiudono la seduta con il segno più. A condizionare l’andamento di Wall Street è stato, anche questa volta, il presidente Trump che, smentendo la stampa cinese, ha annunciato che domani incontrerà il vicepremier cinese Liu He alla Casa Bianca. “Grande giorno per i negoziati con la Cina”, ha scritto il POTUS sul suo profilo Twitter. “Vorrebbero un accordo, ma io lo voglio? Domani incontrerò il vice premier alla Casa Bianca”.

Sul listino milanese, dove il Ftse Mib ha terminato con un rialzo dell’1,03% a 21.756,39 punti e lo spread ha segnato un rialzo di un punto percentuale a 153,9 punti base, spicca il rally di UniCredit (+3,98%) e il +2,19% di Intesa Sanpaolo. Gli operatori stimano che la decisione di scaricare sulla clientela i costi legati ai tassi negativi della BCE, annunciata dalla banca guidata da Jean Pierre Mustier, sarà presto seguita anche dagli altri istituti. +1,52% di Mediobanca, ancora in scia delle dichiarazioni rese ieri da Leonardo Del Vecchio. Tre settimane dopo l’ingresso a sorpresa nel capitale di Piazzetta Cuccia, di cui è diventato il terzo socio con il 6,94%, il patron di Luxottica ha detto di auspicarsi un nuovo piano industriale che “non basi i risultati solo su Generali (+0,22% oggi, ndr) e Compass, ma progetti un futuro da banca di investimenti”.

Le dichiarazioni di Trump hanno spinto al rialzo quei titoli maggiormente coinvolti dalle trattative Usa-Cina come CNH Industrial (+3,64%), STM (+1,56%) e Pirelli (+4,31%). Denaro anche sui titoli del lusso, spinto sin dalle prime battute dai numeri diffusi dal colosso francese LVMH: Moncler ha terminato la seduta con un +1,9% e Ferragamo ha segnato un +0,5%. Bene anche oggi Telecom Italia (+1,91%) grazie alle indiscrezioni su una prossima quotazione del business dei data center.

Nel comparto energetico, Saipem ha chiuso con un +1,78%, Tenaris ha registrato un +0,95% ed Eni un +0,6%. Alla seconda seduta positiva consecutiva, oggi il Brent passa di mano a 58,7 dollari il barile, +0,65% rispetto al dato precedente. A favorire gli acquisti ci ha pensato l’Opec che, per la quarta volta in cinque mesi, ha ridotto la view sulla crescita della domanda nell’anno corrente. Inoltre, il cartello ha fatto sapere che nel meeting in calendario a dicembre la riduzione della produzione potrebbe essere ampliata. (In collaborazione con money.it)