Migranti: in due mesi 18mila arrivi in isole Grecia, 8.500 solo a Lesbo  

Sbarchi record in isole Grecia, fra agosto e settembre arrivati in 18mila

(Xinhua)

Pubblicato il: 14/10/2019 19:52

Nelle isole greche, tra agosto e settembre, sono arrivati oltre 18 mila migranti, 8,500 solo a Lesbo, denuncia Oxfam ricordando nel campo di Moria, nell’isola dell’Egeo nordorientale, che ha una capienza massima di 3mila profughi, sopravvivono ammassati in 13mila, il 42 per cento dei quali sono minori tra i 7 e i 12 anni, tra cui quasi mille bambini e ragazzi non accompagnati da adulti, arrivati da soli.

I profughi vivono, soprattutto nelle zone adiacenti al campo, dove si concentrano i nuovi arrivi, in “condizioni disumane e pericolose, con una doccia ogni 230 persone, una toilette ogni cento, senza più screening medico e vaccinazioni per i nuovi arrivati, sottolinea un nuovo report dell’organizzazione che lancia un appello urgente all’Unione Europea per il ricollocamento tra gli stati membri e il superamento dell’accordo Ue-Turchia del 2016 giudicato “disastroso”.

I nuovi arrivi nelle isole greche sono “soprattutto famiglie siriane e afghane” e sono “più del doppio di quelle arrivate nello stesso periodo un anno fa”. Si tratta di un numero record dal 2016, che va ad aggiungersi agli oltre 35 mila migranti respinti nello stesso periodo alla autorità greche e turche lungo la rotta del Mar Egeo, e ai 45mila arrivi in totale in Grecia nel 2019. “E’ una situazione esplosiva e prossima al collasso (come dimostrano i tragici episodi delle ultime settimane)”, scrive Oxfam denunciando che, a causa dell’accordo fra Ankara e Bruxelles, sono intrappolate nelle isole greche, nel cuore dell’Europa, oltre 30 mila persone.

I nuovi arrivi a Lesbo, una media di 140 persone al giorno fra agosto e settembre, rappresentano il dieci per cento della popolazione totale dell’isola (85mila abitanti).

“A causa della mancanza di spazi all’interno del campo è che, con l’inverno alle porte, quasi la metà delle persone sono costrette a vivere nelle aree non ufficiali intorno all’hotspot, in tende improvvisate o direttamente all’aperto in mezzo alla sporcizia. La maggior parte dei ragazzi che vivono a Moria non ha potuto iscriversi nelle scuole greche, a causa della sospensione di screening e vaccinazioni dovuta a mancanza di personale sanitario.