Naufragio al largo della Turchia, muore un bambino 

Naufragio al largo della Turchia, muore un bambino

(Afp)

Pubblicato il: 14/10/2019 10:00

Un bambino ha perso la vita a causa del naufragio del gommone sul quale viaggiava insieme ad altri migranti e che è affondato al largo della costa occidentale della Turchia. Lo riferiscono fonti della sicurezza locale citate a condizioni di anonimato dall’agenzia di stampa Anadolu, secondo le quali un secondo bambino risulta disperso.

La Guardia costiera turca ha quindi spiegato di aver soccorso 33 dei 35 migranti che viaggiavano sul gommone che è naufragato al largo del distretto di Ayvalik, nella provincia occidentale di Balikesir. Sono in corso le operazioni di ricerca del bambino disperso, hanno aggiunto le fonti.

Nel frattempo l’equipaggio di Sos Mediterranee ha salvato 176 persone in due distinte operazioni, una la notte del 12 ottobre, l’altra ieri. Tutte le persone soccorse sono attualmente al sicuro a bordo della Ocean Viking, la nave di soccorso noleggiata da Sos Mediterranee e gestita con Msf (Medici Senza Frontiere).

Il primo soccorso ha avuto luogo quando la Ocean Viking ha ricevuto, come destinatario in copia per conoscenza, si legge in una nota di Sos Mediterranee, una mail di allerta inviata dalla Ong Alarm Phone alle autorità marittime, la sera del 12 ottobre. L’imbarcazione in difficoltà stava andando alla deriva vicino alla piattaforma petrolifera offshore Al Jurf, con a bordo 74 persone, tutti uomini, compresi dei minori non accompagnati. L’operazione, condotta di notte, è stata completata intorno alla mezzanotte.

Poco più tardi, la Ocean Viking ha ricevuto una comunicazione dalle autorità marittime libiche con informazioni riguardanti una imbarcazione in difficoltà e la sua posizione approssimativa, ma, dopo più di 9 ore di ricerca, non ha trovato l’imbarcazione in difficoltà. Ieri mattina la nave della ong è stata avvisata di un altro gommone in difficoltà e si è diretta verso la sua posizione, traendo in salvo 102 persone, tra cui 4 donne incinte e 9 ragazzi sotto i 16 anni. “L’Ocean Viking – si legge nella nota – secondo il diritto marittimo ha chiesto al JRCC libico un luogo sicuro (Place of Safety) per sbarcare le 176 persone salvate. Poiché le autorità libiche hanno indicato Tripoli come porto di sbarco abbiamo gentilmente rifiutato in quanto, secondo il diritto e le convenzioni internazionali, nessun luogo in Libia può essere considerato attualmente un luogo sicuro”.

“Da quando la Ocean Viking ha iniziato le operazioni è la quarta volta che siamo in attesa che ci venga assegnato un luogo sicuro per lo sbarco delle persone salvate. Finora i governi della UE non sono riusciti a istituire un meccanismo prevedibile di sbarco in conformità con il diritto marittimo. Gli accordi ad hoc non possono essere la soluzione. Invitiamo i governi a porre fine a questa situazione inaccettabile”, conclude la nota di Sos Mediterranee.

Naufragio al largo della Turchia, muore un bambino 

Naufragio al largo della Turchia, muore un bambino

(Afp)

Pubblicato il: 14/10/2019 10:00

Un bambino ha perso la vita a causa del naufragio del gommone sul quale viaggiava insieme ad altri migranti e che è affondato al largo della costa occidentale della Turchia. Lo riferiscono fonti della sicurezza locale citate a condizioni di anonimato dall’agenzia di stampa Anadolu, secondo le quali un secondo bambino risulta disperso.

La Guardia costiera turca ha quindi spiegato di aver soccorso 33 dei 35 migranti che viaggiavano sul gommone che è naufragato al largo del distretto di Ayvalik, nella provincia occidentale di Balikesir. Sono in corso le operazioni di ricerca del bambino disperso, hanno aggiunto le fonti.

Nel frattempo l’equipaggio di Sos Mediterranee ha salvato 176 persone in due distinte operazioni, una la notte del 12 ottobre, l’altra ieri. Tutte le persone soccorse sono attualmente al sicuro a bordo della Ocean Viking, la nave di soccorso noleggiata da Sos Mediterranee e gestita con Msf (Medici Senza Frontiere).

Il primo soccorso ha avuto luogo quando la Ocean Viking ha ricevuto, come destinatario in copia per conoscenza, si legge in una nota di Sos Mediterranee, una mail di allerta inviata dalla Ong Alarm Phone alle autorità marittime, la sera del 12 ottobre. L’imbarcazione in difficoltà stava andando alla deriva vicino alla piattaforma petrolifera offshore Al Jurf, con a bordo 74 persone, tutti uomini, compresi dei minori non accompagnati. L’operazione, condotta di notte, è stata completata intorno alla mezzanotte.

Poco più tardi, la Ocean Viking ha ricevuto una comunicazione dalle autorità marittime libiche con informazioni riguardanti una imbarcazione in difficoltà e la sua posizione approssimativa, ma, dopo più di 9 ore di ricerca, non ha trovato l’imbarcazione in difficoltà. Ieri mattina la nave della ong è stata avvisata di un altro gommone in difficoltà e si è diretta verso la sua posizione, traendo in salvo 102 persone, tra cui 4 donne incinte e 9 ragazzi sotto i 16 anni. “L’Ocean Viking – si legge nella nota – secondo il diritto marittimo ha chiesto al JRCC libico un luogo sicuro (Place of Safety) per sbarcare le 176 persone salvate. Poiché le autorità libiche hanno indicato Tripoli come porto di sbarco abbiamo gentilmente rifiutato in quanto, secondo il diritto e le convenzioni internazionali, nessun luogo in Libia può essere considerato attualmente un luogo sicuro”.

“Da quando la Ocean Viking ha iniziato le operazioni è la quarta volta che siamo in attesa che ci venga assegnato un luogo sicuro per lo sbarco delle persone salvate. Finora i governi della UE non sono riusciti a istituire un meccanismo prevedibile di sbarco in conformità con il diritto marittimo. Gli accordi ad hoc non possono essere la soluzione. Invitiamo i governi a porre fine a questa situazione inaccettabile”, conclude la nota di Sos Mediterranee.