Truppe Damasco al confine turco 

Truppe Damasco verso nord per affrontare soldati turchi

(Afp)

Pubblicato il: 14/10/2019 07:23

Le truppe dell’esercito di Damasco si stanno dirigendo verso il nord della Siria, ovvero verso le province di Hasaka e Raqqa, per ”affrontare l’aggressione turca sul territorio siriano”. Lo scrive l’agenzia di stampa Sana, spiegando che a Hasaka la popolazione ha iniziato le celebrazioni per la decisione dell’esercito siriano di affrontare i soldati turchi.

La decisione di Damasco di inviare proprie truppe nel nordovest della Siria segue un accordo tra il regime di Bashar al-Assad e l’amministrazione curda. ”Per evitare e affrontare questa aggressione è stato raggiunto un accordo con il governo siriano. In questo modo l’esercito siriano può essere dispiegato lungo il confine siro-turco per aiutare le Forze democratiche siriane (Fds)”, si legge sulla pagina Facebook dell’amministrazione curda. L’obiettivo, prosegue la nota, è quello di ”liberare le città siriane occupate dall’esercito turco, come Afrin” nel nordovest. Il generale curdo Ismet Sheikh Hasan ha detto all’agenzia di stampa russa Rt che dalla notte le truppe siriane e russe possono entrare a Kobane e Manbij per contribuire a contrastare i turchi.

Il ministero della Difesa di Ankara ha scritto su Twitter che sono 550 i ”terroristi” curdi del Pkk/Pyd-Ypg ”neutralizzati” nella Siria nordorientale da quando è iniziata l’operazione ‘Fonte di pace’ lanciata mercoledì dalle forze armate della Turchia. Le autorità turche usano il termine ”neutralizzato” per indicare che un militante è stato ucciso, si è arreso o è stato catturato.

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FRANCIA – ”Nelle prossime ore”, la Francia adotterà misure per garantire la sicurezza del proprio personale militare e dei civili francesi presenti nel nordest della Siria dopo l’intervento militare turco. Lo ha dichiarato l’Eliseo dopo che gli Stati Uniti hanno annunciato il ritiro di altre mille truppe dalla Siria nordorientale. Nella regione sono attivi centinaia di uomini delle forze speciali francesi che operano in collaborazione con le milizie curde. Nella zona sono presenti anche operatori umanitari francesi. La Francia condanna ”nei termini più duri” l’offensiva turca e aumenterà i suoi sforzi diplomatici per ottenere la fine dell’operazione militare, ha affermato l’Eliseo. ”La priorità assoluta deve essere impedire il ritorno di Daesh nella regione”, ha sottolineato l’Eliseo in una nota utilizzando l’acronimo arabo dell’Isis. ”Prendiamo in considerazione il rischio di evasione dei terroristi di Daesh fatti prigionieri a causa dell’offensiva turca. Sono state adottate misure per aumentare la sicurezza in questo contesto”, si legge ancora nella nota.

TRUMP – Il presidente degli Stati Uniti ha rivolto un monito all’Europa, chiedendo di rimpatriare i jihadisti del sedicente Stato Islamico (Isis) attualmente in carcere in altri Paesi. ”L’Europa avrebbe già dovuto riprenderseli, date le numerose richieste. Lo deve fare ora – ha scritto Donald Trump su Twitter – Gli Stati Uniti hanno i peggiori prigionieri dell’Isis”. Il presidente americano ha quindi aggiunto che ”la Turchia e i curdi non devono lasciarli scappare. Non dovranno venire negli Stati Uniti”.

AUSTRALIA – L’Australia ritiene la Turchia l’unica responsabile per l’evasione dei miliziani del sedicente Stato Islamico dalle carceri della Siria nordorientale, dove erano stati catturati dalle milizie curde. Lo afferma il ministro degli Esteri dell’Australia, Marise Payne, che parla di una ”situazione molto pericolosa in rapida evoluzione”. Riferendo in Parlamento, Payne ha detto che l’offensiva militare lanciata dalla Turchia contro i curdi nel nordest della Siria ”causerà certamente un’ulteriore sofferenza per i civili, porterà a un gran numero di sfollati e impedirà alle organizzazione internazionali di raggiungere le persone che hanno bisogno di aiuti umanitari”.