Acquisto auto, niente più accertamenti fiscali 

Acquisto auto, niente più accertamenti fiscali

(Fotogramma)

Pubblicato il: 22/10/2019 08:46

Una delle cartine di tornasole usate dall’Agenzia delle Entrate per accertare il reddito dei contribuenti è da sempre l’auto. Di lusso o utilitaria, come riportato da Laleggepertutti.it, la macchina di proprietà è considerata “bene di lusso”: elemento sufficiente – secondo la nostra amministrazione finanziaria – per dedurre una capacità contributiva in capo all’intestatario. Addirittura, per determinati veicoli, la verifica fiscale è stata considerata “un atto dovuto”: ci riferiamo, ad esempio, alle vetture che scontano il superbollo o a quelle d’epoca. Più in particolare, l’accertamento è scattato tutte le volte in cui il contribuente non è riuscito a dimostrare – con metodi tracciabili – la provenienza del denaro con cui ha acquistato l’auto.

Ora, però, tutto questo sistema di controlli è caduto. In verità, lo è già da un anno, ma in pochi se ne sono resi conto. Attualmente, in caso di acquisto di auto, non ci sono più accertamenti fiscali. La ragione di ciò è molto semplice: la si può intuire leggendo “al contrario” una sentenza che la Cassazione ha pubblicato poche ore fa. La pronuncia ha legittimato un accertamento mediante redditometro per l’acquisto dell’auto di lusso. Ma proprio l’utilizzo di questo importante strumento, in questo momento, è “sospeso”. Vediamo meglio cosa è successo.

Addio redditometro

Come abbiamo già detto in Più facile evadere: niente controlli fiscali, dal 2016 il vecchio redditometro è stato congelato perché ritenuto poco funzionale e affidabile. A stabilirlo è stato il famoso Decreto dignità adottato a fine 2018 dal Governo “Conte 1”. Da allora, si attendono nuovi decreti attuativi che ne stabiliscano il funzionamento, ma al momento non se ne vede ancora l’ombra: il Governo sembra impegnato a contrastare l’evasione fiscale su altri fronti.

Poco prima di Ferragosto 2019, l’Agenzia delle Entrate aveva tentato, con una propria circolare [3], di riesumarne l’utilizzo, spiegando ai propri uffici che lo strumento può ancora essere applicato, ma solo per le dichiarazioni dei redditi presentate fino al 2016, quindi relative all’anno d’imposta 2015 incluso.

Acquisti auto: niente più controlli dal 2016 in poi

Allo stato attuale, quindi, se un nullatenente si intestasse un’auto o una casa, l’ufficio delle imposte non potrebbe avviare l’accertamento. Non potrebbe cioè ponderare la spesa alla luce dei redditi dichiarati dal contribuente e ritenere che essa sia sproporzionata.

Come ha spiegato la Cassazione nella citata sentenza, il redditometro per l’auto di lusso scatta(va) anche quando il contribuente era in grado di dimostrare la provenienza dei soldi per l’acquisto: difatti, non sono da trascurare le spese di gestione della macchina che, annualmente, comportano un grosso esborso.

Questa situazione, chiaramente, non durerà a lungo: come detto, il redditometro è solo sospeso. Quando saranno emessi i nuovi decreti attuativi, esso tornerà ad operare, ma non potrà avere valore retroattivo. Sicché, tutto ciò che avverrà nel frattempo non sarà oggetto di contestazione da parte del Fisco.