Il calcio in tv? “Nel carcere di Livorno solo per i detenuti ad alta sicurezza”  

Il calcio in pay-tv? In carcere a Livorno solo per detenuti 'speciali'

(Foto Fotogramma/IPA)

Pubblicato il: 22/10/2019 16:53

“Solo i detenuti della sezione ad alta sicurezza del carcere di Livorno potranno vedere le partite di calcio sulla piattaforma Sky mentre, per motivi economici, tale possibilità sarebbe preclusa alla restante popolazione detenuta cosiddetta a regime ordinario del medesimo istituto di pena”. Lo riferisce il sindacato Osapp (Organizzazione sindacale autonoma polizia penitenziaria) tramite il segretario Leo Beneduci.

“Non vogliamo soffermarci nella circostanza alle comuni considerazioni di buon senso secondo le quali la possibilità di poter assistere alle gare calcistiche a pagamento in televisione con gli attuali stipendi non è una prerogativa a cui possono accedere molti degli attuali cittadini italiani esterni al carcere mentre, nel carcere di Livorno, ciò sarebbe reso possibile gratuitamente a detenuti quali quelli ad alta sicurezza in alcuni casi con probabili collegamenti alla criminalità organizzata, ma oltre a ciò, l’iniziativa dimostra a nostro avviso quanto poco si tengano presenti nell’attuale amministrazione penitenziaria i rischi aggiuntivi che determinate scelte possono ingenerare in danno del personale di polizia penitenziaria”, sottolinea Beneduci.

“E’ infatti assai probabile – indica ancora il sindacalista – che consentire la visione degli incontri calcistici solo a una parte dei detenuti presenti a Livorno, determini le proteste della restante popolazione detenuta che come sempre più spesso accade nelle carceri italiane vedrà nei poliziotti penitenziari in servizio nelle sezioni detentive i più diretti responsabili di tale sperequazione con quanto di ulteriore ne può conseguire”.

“Nei sensi indicati – conclude Beneduci – ancora una volta si richiede l’attenzione dell’autorità politica del dicastero e dei principali responsabili dell’amministrazione penitenziaria affinché in un contesto quale quello degli attuali istituti penitenziari in cui sono già all’ordine del giorno minacce, insulti e aggressioni in danno del personale di polizia penitenziaria, non siano le scelte sconsiderate degli enti penitenziari ad aggravare la situazione”.