Made in Italy: Effige, progetto Ue che misura impatto ambientale dei prodotti  

Made in Italy, ecco come misurare l'impatto ambientale

Pubblicato il: 24/10/2019 14:05

Misurare l’impatto ambientale di prodotti del Made in Italy nel loro intero ciclo di vita, considerando tutte le fasi: dall’estrazione delle materie prime, passando per la produzione, l’uso e lo smaltimento a fine vita. E’ l’obiettivo del progetto europeo Effige (acronimo di Environmental Footprint for Improving and Growing Eco-efficiency).

Il progetto, finanziato dall’unità Life della Commissione Europea e coordinato dall’Istituto di Management della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, coinvolge quattro filiere produttive di grande rilevanza per il Made in Italy: agroalimentare, legno-arredo, fonderie e servizio di ristorazione, all’interno delle quali si sta sperimentando l’adozione della Product Environmental Footprint (Pef), un metodo di calcolo dell’impronta ambientale di prodotti e servizi promosso dalla Commissione con la Raccomandazione 179/2013/Ue.

“La metodologia Pef rappresenta il metodo più evoluto e completo per calcolare l’impatto ambientale di prodotti e servizi – sottolinea Fabio Iraldo, Full professor all’Istituto di Management della Scuola Superiore Sant’Anna – Non è un caso che sia stata adottata anche dallo schema italiano Made Green in Italy, che diventerà nei prossimi anni il segno distintivo delle aziende che operano nel rispetto dei principi della sostenibilità ambientale”.

Il progetto Effige, che vede come partner tecnico Enea, mira non solo a sviluppare attività scientifiche di calcolo e riduzione dell’impronta ambientale dei prodotti, ma anche alla definizione di strumenti di comunicazione per valorizzare le performance di sostenibilità raggiunte.

Le aziende che partecipano al progetto hanno già completato il calcolo dell’impronta ambientale su alcuni prodotti rappresentativi del proprio ambito di riferimento, individuato le principali categorie d’impatto ambientale e pianificato una serie di azioni di miglioramento utili a ridurre l’impatto della produzione.

Nei prossimi dodici mesi queste azioni verranno messe in pratica e, al termine del progetto, verrà ricalcolata l’impronta ambientale per valutare l’effettiva efficacia delle misure intraprese e saranno sviluppati degli strumenti operativi per rendere il metodo Pef versatile, duttile e applicabile a tutte le imprese, specialmente alle Pmi.

Oltre alla Scuola Superiore Sant’Anna e a Enea, fanno parte del progetto quattro organizzazioni in rappresentanza di altrettanti settori produttivi: Assofond per la filiera delle fonderie italiane, FederlegnoArredo per quella del legno-arredo, Consorzio Agrituristico Mantovano per l’ambito agroalimentare e CAMST per il servizio di ristorazione.

In occasione dell’edizione 2019 di Ecomondo, in programma dal 5 all’8 novembre presso la fiera di Rimini, il progetto europeo Effige sarà protagonista insieme ad altri sette progetti finanziati dall’Ue nell’ambito dello stand “I progetti europei per l’economia circolare” al padiglione D3.

Lo stato dell’arte del progetto sarà presentato al pubblico a Ecomondo in occasione della Midterm conference di venerdì 8 novembre.