L’ascesa di Berrettini  

L'ascesa di Berrettini

Matteo Berrettini (AFP)

Pubblicato il: 02/11/2019 12:12

Sono bastati sei mesi al tennista italiano Matteo Berrettini per salire dalla 55esima posizione fino ad arrivare tra gli otto ‘maestri’ delle Atp Finals. Il romano approda a Londra grazie alle sconfitta di Gael Monfils a Parigi che qualifica l’azzurro al Master che si svolgerà dal 10 al 17 novembre, andando a completare un cast stellare, uno dei più interessanti dell’ultimo decennio, con i Fab 3, Nole Djokovic, Rafa Nadal e Roger Federer che dovranno affrontare il meglio della nuova generazione Daniil Medvedev, Dominic Thiem, Stefanos Tsitsipas, Alexander Zverev e Matteo Berrettini.

Un’annata pazzesca per l’azzurro di 23 anni, un’accelerazione mostruosa che ha già riscritto la storia raggiungendo la Top 10 nell’arco di una stagione che aveva affrontato partendo dal torneo di Doha. Ironia della sorte, in Qatar fu sconfitto al primo turno proprio dallo spagnolo Roberto Bautista Agut, che gli ha conteso il posto fino all’ultimo. Dopo 41 anni quindi un tennista azzurro torna a qualificarsi per il prestigioso torneo di fine stagione, quel Rotary Club che nella storia ha cambiato nome (The Masters, Atp Tour World Championship, oggi Atp Finals), formula e città (da Tokyo ‘70 a Londra 2020, poi dal 2021 prenderà casa per cinque anni a Torino), senza mai mutare pelle: i migliori 8 giocatori del mondo, divisi in due gironi, si sfidano per eleggere il maestro dei maestri.

Adriano Panatta a Stoccolma nel ‘75 era stato il pioniere, Corrado Barazzutti a New York nel ‘78 l’ultimo azzurro (Fognini e Bolelli parteciparono in doppio nel 2015). Berrettini e il suo coach Vincenzo Santopadre, coadiuvato dal tecnico Fit Umberto Rianna, hanno sempre avuto i piedi ben piantati per terra. Il 2019 doveva essere l’occasione per migliorare accumulando esperienza, si è andati ben oltre.