Ex Ilva, ArcelorMittal pronta a lasciare 

Ex Ilva, ArcelorMittal pronta a lasciareLa mail ai dipendenti

(Foto Fotogramma/Ipa)

Pubblicato il: 04/11/2019 14:34

Arcelor Mittal sta per restituire l’Ilva allo Stato italiano. Am InvestCo Italy ha inviato oggi ai Commissari straordinari di Ilva una comunicazione di recesso dal contratto o risoluzione del contratto per l’affitto e il successivo acquisto condizionato dei rami d’azienda di Ilva Spa e di alcune sue controllate, a cui è stata data esecuzione il 31 ottobre 2018. Lo annuncia la società in un comunicato. Am InvestCo Italy, controllata da ArcelorMittal, “ha chiesto ai Commissari straordinari di assumersi la responsabilità per le operazioni e i dipendenti entro 30 giorni dalla loro ricezione della predetta comunicazione di recesso o risoluzione”, si legge.

La mail ai dipendenti

Il contratto prevede che, nel caso in cui un nuovo provvedimento legislativo incida sul piano ambientale dello stabilimento di Taranto in misura tale da rendere impossibile la sua gestione o l’attuazione del piano industriale, la società ha il diritto contrattuale di recedere dallo stesso contratto.

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Con effetto dal 3 novembre 2019, il Parlamento italiano ha eliminato la protezione legale necessaria alla società per attuare il suo piano ambientale senza il rischio di responsabilità penale, giustificando così la comunicazione di recesso. In aggiunta, i provvedimenti emessi dal Tribunale penale di Taranto obbligano i Commissari straordinari di Ilva a completare talune prescrizioni entro il 13 dicembre 2019 – termine che gli stessi Commissari hanno ritenuto impossibile da rispettare – pena lo spegnimento dell’altoforno numero 2. Tali prescrizioni dovrebbero ragionevolmente e prudenzialmente essere applicate anche ad altri due altiforni dello stabilimento di Taranto.

Ira Calenda: “Pd, M5S e Iv irresponsabili”

Lo spegnimento renderebbe impossibile per la Società attuare il suo piano industriale, gestire lo stabilimento di Taranto e, in generale, eseguire il contratto. Altri gravi eventi, indipendenti dalla volontà della società, hanno contribuito a causare una situazione di incertezza giuridica e operativa che ne ha ulteriormente e significativamente compromesso la capacità di effettuare necessari interventi presso Ilva e di gestire lo stabilimento di Taranto. Tutte le descritte circostanze attribuiscono alla Società anche il diritto di risolvere il contratto in base agli applicabili articoli e principi del codice civile italiano.

VERTICE AL MISE – Al ministero dello Sviluppo economico, dopo la svolta clamorosa delle ultime ore nella vicenda della ex Ilva, si sta tenendo un vertice strordinario. All’incontro sono presenti i ministri dello Sviluppo Economico, Stefano Patuanelli, della Sanità, Roberto Speranza, del Lavoro Nunzia Catalfo, dell’Ambiente Sergio Costa, e rappresentanti del Mef.

FONTI GOVERNO – “Il Governo non consentirà la chiusura dell’Ilva. Non esistono presupposti giuridici per il recesso del contratto. Convocheremo immediatamente Mittal a Roma”, riferiscono fonti presenti al tavolo sull’Ex Ilva.

BELLANOVA – “Arcelor Mittal receda dai propositi appena annunciati ai Commissari Straordinari ex Ilva, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e il ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli intervengano immediatamente per impedire la perdita di circa 20mila posti di lavoro, lo smottamento della filiera italiana dell’acciaio, lo stop al Piano ambientale a Taranto, la compromissione irreversibile di un percorso teso a tutelare salute, lavoro, ambiente”. Così il ministero delle Politiche agricole, Teresa Bellanova che aggiunge: “Chiedo ad ArcelorMittal di recedere dai propositi annunciati come chiedo a Conte e a Patuanelli un’azione immediata che troverà in me e in Italia Viva totale sostegno perché non accada l’irreparabile e si possa riaprire, esattamente come aveva già garantito Patuanelli e come io stessa avevo sollecitato, un tavolo sgombro da minacce di qualsiasi natura”.

SALVINI – ”Se il governo tasse, sbarchi e manette farà scappare anche i proprietari di Ilva, mettendo a rischio il lavoro di decine di migliaia di operai e il futuro industriale del Paese, sarà un disastro, e le dimissioni sarebbero l’unica risposta possibile. La Lega chiede che Conte venga urgentemente a riferire in Parlamento”. Così il leader della Lega Matteo Salvini.