M5S, ecco documento Trizzino: “Separare leadership da ruoli governo” 

M5S, ecco documento Trizzino: Separare leadership da ruoli governo

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Pubblicato il: 06/11/2019 19:32

di Antonio Atte

Un documento, articolato in 10 punti, che ha come obiettivo quello di “realizzare la base di impianto per un confronto costruttivo” all’interno del Movimento 5 Stelle. E’ il decalogo elaborato dal deputato M5S Giorgio Trizzino, che sarà condiviso con il resto del gruppo parlamentare. Nel documento, di cui l’Adnkronos è in possesso, si chiede una “distinzione netta del ruolo di Capo Politico, che deve indirizzare la linea strategica del Movimento, da quella di responsabilità con incarichi di Governo (nazionale, regionale e locale)”: separazione che per l’autore del documento è “indispensabile”. “In altri termini – si legge – il Capo Politico deve dedicarsi esclusivamente alla gestione della linea politica ed alla organizzazione e formazione dei portavoce del Movimento”.

“La necessità di dare forza e sostegno alla positiva e benefica attività di governo”, nella quale il Movimento “è generosamente impegnato, va di pari passo con l’esigenza di un ripensamento della sua organizzazione interna ai fini di rafforzare la partecipazione degli aderenti. In questa logica – spiega Trizzino nel decalogo – ciascuno dei parlamentari eletti nelle liste del Movimento è chiamato a fornire il proprio contributo di idee e di proposte”.

Il primo punto del documento è un invito ad “affrancarsi dalle reazioni emotive che seguono a tornate elettorali locali. Esistono troppi condizionamenti specifici e localistici nelle frequenti chiamate al voto. Non ha alcun senso – viene spiegato – attribuire loro eccessivi indirizzi di assenso o dissenso dall’azione politica nazionale. Ma pur non sovraccaricandola di un peso espandibile e generalizzabile oltre i suoi ristretti confini, operazione pericolosa e fuorviante, non va comunque trascurata l’indicazione che ogni elezione offre all’analisi dei suoi esiti, soprattutto tenendo conto che in questi ultimi mesi buona parte delle elezioni: europee, regionali e comunali hanno visto l’affermazione del centro destra”.

Bisogna inoltre “uscire dalla logica delle ‘correnti’; va guardata con molta attenzione la spontanea aggregazione di più parlamentari del Movimento alla ricerca di nuovi indirizzi e di nuove strategie, senza tema di patteggiamenti o, peggio, possibili scissioni”. “Il nostro è un Movimento che, nella sua assoluta originalità nel panorama politico nazionale, prevede e saluta con favore tutti i possibili scenari che al suo interno possano via via garantire aderenza alle mutevoli istanze della società. Tutto questo non può e non deve generare paure ma anzi attivare confronti e conseguenti decisioni condivise nella logica della ricchezza del pluralismo delle idee che hanno segnato la storia del Movimento”, viene messo nero su bianco nel documento.

“Va dunque dimostrato a noi stessi, ed al Paese che ci osserva, che il Movimento non vuole tradire il consenso che gli è stato affidato, che siamo capaci delle revisioni più profonde, degli adattamenti sempre più aderenti ad una realtà mutevole e che siamo pronti ai possibili aggiustamenti di rotta, qualora si manifestassero chiari segnali di errore”.

“Non è concessa nessuna autoreferenzialità a chi di noi ha ottenuto consensi! Piuttosto, abbiamo il dovere di capitalizzarli senza considerarcene i padroni!”, rimarca Trizzino, per il quale occorre “un cambio di passo che ci porti lontano dai nostri conflitti e dalle nostre ansie. Bisogna sforzarsi di vivere in modo più elementare ma rimanendo fedeli al progetto iniziale, perché dietro tutto questo c’è un grande sogno fatto di sacrifici, lungimiranza, coraggio”.

E ancora: “La vera vocazione del MoVimento si chiama ‘rappresentanza’. Il vero mandato che ci è stato affidato è quello di costruire canali virtuosi affinché le forze e le energie più efficaci e genuine del Paese possano davvero essere determinanti per l’azione di governo. Ricordiamoci – è l’invito del parlamentare siciliano – che tra le istanze principali presenti nel programma elettorale del 2018 c’era quella di dare voce e peso a tutti i cittadini ed alle ‘eccellenze’ del Paese; non c’è mai stata alcuna revisione né rinuncia a questo programma. Ma non c’è stata ancora la sua piena attuazione”.

Il punto numero 7 di questo decalogo è dedicato alla piattaforma Rousseau, che “ha rappresentato una novità nel meccanismo della rappresentatività politica”. Tuttavia, viene spiegato, “non possiamo considerarla l’unico sistema possibile, perché siamo consapevoli che l’esercizio della democrazia diretta non esclude una evoluzione delle regole interne. Integrare la ‘piattaforma’ con altre forme democratiche di partecipazione può garantire il riconoscimento di una base, attenta, determinante ed in espansione”.

“La proposta di un congresso fondativo – insiste il deputato M5S nel suo documento – va intesa come un imprescindibile momento di confronto, una fucina e uno scambio di idee tra gli stessi soggetti che le generano. Essa non va, quindi, intesa come un ritorno ai vecchi apparati della politica dei partiti, ma come l’imprescindibile momento del riconoscimento vicendevole e del confronto autentico: in gioco c’è la costruzione di una nuova rappresentanza, di un nuovo consiglio di vertice”.

E infine: “È necessario dare vita ad un ‘Contenitore del pensiero dell’economia circolare e del lavoro’. Esso potrà raccogliere il meglio del pensiero attuale a livello nazionale e non solo è potrà svolgere un ruolo fondamentale nell’ambito della programmazione politica a medio e lungo termine”.