Ex Ilva, Patuanelli ‘azienda non può disattendere accordo, serve risposta Paese’  

Ex Ilva, Patuanelli 'azienda non può disattendere accordo, serve risposta Paese'

Pubblicato il: 07/11/2019 16:25

Ad Arcelor Mittal va data una risposta unitaria, “di tutte le forze politiche” di maggioranza e opposizione. All’azienda che vuole recedere dal contratto per l’ex Ilva va detto con chiarezza “che non puo’ fare un accordo e poi disattenderlo dopo dieci mesi”. E’ il ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli a fissare così i paletti del confronto con la multinazionale nell’informativa alla Camera dopo il vertice di ieri con la società franco-indiana.

“La politica non si deve fare con i tweet, si fa con serietà” premette il ministro che chiarisce subito come la siderurgia non puo’ scomparire dai radar della politica industriale dell’Italia. “Parlare di Ilva non è soltanto parlare di uno stabilimento siderurgico e/o produttivo é parlare del piano industriale e della visione industriale del nostro paese dove – spiega – la siderurgia non può non essere al centro per le ricadute drammatiche che il nostro paese dovrebbe affrontare se non ci fosse più produzione interna”. La chiusura dello stabilimento Ilva infatti, aggiunge, “ha un immediata ricaduta in termini occupazionali, quindi sociali, una immediata ricaduta sull’indotto ma ha sopratutto una immediata ricaduta su tutti i settori produttivi italiani, dalle costruzioni alla cantieristica alla cantieristica navale“.

Dal punto di vista dei contenuti Arcelor Mittal “non si impegna a produrre più di 4 milioni di tonnellate e chiedere 5 mila esuberi” riferisce Patuanelli nella sua informativa alla Camera. Non solo. “A prescindere da tutte le questioni aperte anche risolte ArceloMittal non dà alcuna garanzia a che queste misure siano contingenti vista la difficoltà del mercato dell’acciaio ma ritiene strutturale quell’impegno”. Il governo comunque, prosegue Patuanelli, ha esplicitamente chiesto a Arcelor Mittal “di garantire l’impegno al rispetto del piano industriale, del piano occupazionale, dell’accordo sindacale e del contratto sottoscritto“.

Il ministro ammette che “non è facile affrontare una situazione articolata come questa ma abbiamo un’occasione importante perchè ci sono strutture disponibili per riabilitare il territorio; parlo del tavolo istituzionale e del contratto di sviluppo con 1,1 mld a disposizione. Spetta a noi ora rendere tempestiva questa azione, prima e meglio di tanti tavoli, per lavorare al rilancio della città di Taranto”.