Riace, decaduto sindaco leghista Trifoli: “Sono sconcertato”  

Riace, decaduto sindaco leghista Trifoli: Sono sconcertato

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Pubblicato il: 11/11/2019 17:57

“Ho appreso da poco delle decisione del Tribunale di Locri, resto sconcertato sulle motivazioni“. E’ quanto dichiara all’Adnkronos il sindaco di RiaceAntonio Trifoli a seguito della sentenza del Tribunale di Locri che ha accolto la richiesta del gruppo di minoranza consiliare guidato da Maria Spanò sull’ineleggibilità del sindaco di Riace Antonio Trifoli.

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“Con questa decisione si vuole stabilire che chi è precario di lunga durata, 20 anni, non avrebbe la possibilità di candidarsi a sindaco di un Comune. Una cosa che ritengo lesiva dei miei diritti“, aggiunge il sindaco che resta in carica in quanto farà ricorso (che di fatto sospende l’effetto della sentenza).

“Abbiamo fatto richiesta alla Prefettura e al Ministero dell’Interno di ricevere le carte dell’iter procedurale, in particolar modo il parere espresso dal Viminale sulla presunta ineleggibilità (in quanto Trifoli era dipendente del Comune nel momento in cui si è candidato, ndr.) ma ad oggi non è pervenuto nulla. Un ‘parere fantasma’. Per questo farò ricorso al Tar per acquisire il parere che ci è stato negato”.

“Si vuole precludere il diritto all’elettorato passivo a chi dopo 20 anni è ancora precario della pubblica amministrazione – ribadisce Trifoli – Un sacrosanto diritto sancito dalla nostra costituzione che viene cancellato con un colpo di spugna senza approfondire attentamente la vicenda tant’è che nel dispositivo si specifica che non esistono casi precedenti. Spero col cuore che il mio caso faccia giurisprudenza, non per me, ma per le migliaia di colleghi che in tutti questi anni hanno visto negarsi tutti quelli che sono i principi essenziali della nostra Costituzione”. “Un precario a 900 euro al mese e un condannato per gravi reati sono messi sullo stesso piano – continua Trifoli – il governo e soprattutto il Parlamento devono prendere atto che le regole del diritto in Italia sono quantomeno da rivedere”. Secondo i legali del Trifoli, la sentenza presenta “diversi profili di illegittimità”, nella misura in cui il Tribunale non ha tenuto nella dovuta considerazione le eccezioni sollevate dalla propria difesa. Per tali ragioni è già stato dato mandato agli stessi legali al fine di proporre appello dinanzi alla Corte di Appello di Reggio Calabria.

Trifoli resterà alla guida del suo Comune continuando “a portare avanti il suo impegno con gli elettori, in attesa di una nuova pagina processuale innanzi ai giudici di merito”, si legge in una nota del sindaco. La decisione del Tribunale è infatti allo stato priva di efficacia esecutiva in forza dell’art. 22, comma 8, del D.Lgs. n. 150/2011 (‘L’efficacia esecutiva dell’ordinanza pronunciata dal tribunale è sospesa in pendenza di appello’). “Peraltro – continua la nota – è bene sottolineare come lo stesso Tribunale, nel prendere questa decisione, ha acclarato altresì l’illegittimità della delibera con cui il Comune di Riace, nella persona della stessa Spanò e del vicesindaco Giuseppe Gervasi, aveva invece concesso l’aspettativa a Trifoli dal suo impegno lavorativo proprio per ottemperare, invece, ai suoi impegni elettorali”. Nella nota si ricorda che la vicenda sull’ineleggibilità ruota attorno allo status professionale di Trifoli, “che è utilizzato dal Comune di Riace come Lsu contrattualizzato con fondi a totale carico della Regione Calabria”.