Lavorare a Roma è un’impresa, parola di Financial Times 

Lavorare a Roma è un'impresa, parola di Financial Times

(Fotogramma)

Pubblicato il: 12/11/2019 20:09

Lavorare a Roma? A dir poco complicato, anche per i giornalisti del Financial Times. Miles Johnson, corrispondente del FT, ha illustrato in un articolo pubblicato sull’edizione online del quotidiano l’odissea legata ad una situazione banale: lo spostamento della redazione da una sede all’altra. “Il trasferimento di uffici nella capitale italiana mi ha aperto gli occhi, su alcune delle difficoltà fondamentali di fare affari qui, come nessuna quantità di dati economici avrebbe mai potuto fare”, scrive Johnson, che racconta la peregrinazione alla ricerca di uno spazio da affittare nel cuore della città, tra edifici spesso in condizioni ‘rivedibili’ poiché i proprietari non investono in manutenzione.

Quindi, dopo l’individuazione della nuova sede, ecco i problemi che molti cittadini conoscono: “La priorità era ottenere una connessione internet. Il provider ci ha detto che ci sarebbero voluti due mesi per avere una linea e che avremmo dovuto aspettare”. Risultato? Tra telefonate alla compagnia e preghiere, i giornalisti usano i propri cellulari come hotspot. “Spesso esauriamo il nostro traffico e questo significa che dobbiamo chiamare la compagnia telefonica per alzare la soglia”. Non è tutto: “Abbiamo dovuto notificare alla compagnia elettrica il trasferimento dell’ufficio. La compagnia ci ha detto che il cambio avrebbe richiesto qualche giorno. Dopo un mese, e molte telefonate, non abbiamo ancora un fornitore ufficiale di energia“.

La redazione, per la cronaca, è alimentata grazie alla collaborazione del portiere dello stabile. La vicenda, scrive Johnson, non va ingigantita. Però, osserva, può spiegare almeno in parte “come mai così poche compagnie straniere scelgono Roma come loro base in Italia e perché il panorama delle start up della città è indietro di anni rispetto ad altre capitali europee. Allo stesso tempo, come un corridore che si allena con lo zaino pieno di pesi, affrontare questi problemi forse consente alle compagnie italiane di volare al top quando cominciano a fare affari all’estero”.