Sorella Rossi Stuart: ”Mio figlio in cella perché manca Rems, non ce la fa più”  

Sorella Rossi Stuart: ''Mio figlio in cella perché manca Rems, non ce la fa più''

Loretta Rossi Stuart con il figlio Giacomo (Foto di F. Pagliuca)

Pubblicato il: 12/11/2019 17:07

”Giacomo l’ho visto ieri, resiste ma non ce la fa più. Non possiamo più tollerare che sia ancora lì devono dialogare il Serd (Servizi per le Dipendenze patologiche), il Cim (Centro igiene mentale) e Rebibbia. Il magistrato che segue Giacomo è sensibile e pronto a trovare una soluzione ma ancora la risposta non sta arrivando, io l’aspetto”. Lo ha detto Loretta Rossi Stuart, sorella dell’attore Kim Rossi Stuart, al termine del convegno ‘Io combatto’ sulla sua battaglia per il figlio Giacomo Seydou Sy, un ragazzo bipolare costretto a stare dietro le sbarre per mancanza di posti nelle Rems (Residenze per l’Esecuzione delle Misure di Sicurezza), che si è tenuto questa mattina alla Fondazione Don Di Liegro a Roma, alla presenza di Gabriella Stramaccioni, Garante Detenuti del Comune di Roma Capitale, Giusy Gabriele, presidente di Psichiatria Democratica e dell’assessore alla Sanità della Regione Lazio Alessio D’Amato.

Al centro del convegno la necessità di potenziare le Rems, la caotica situazione delle liste d’attesa per entrarci e la vera attuazione della riforma che ha chiuso gli ospedali psichiatrici giudiziari (Opg). Il tutto partendo dalla ”via Crucis” di Giacomo. Un ragazzo di 25 anni, con la passione del pugilato e del rap, in carcere per un furto da 60 euro e da sette mesi dietro le sbarre, dove non dovrebbe stare visto che è affetto da bipolarismo e secondo la relazione psichiatrica è ”inadatto al regime carcerario”, perché non ci sono posti in una Rems. ”Non è un criminale ma un ragazzo bipolare che appena tocca la droga va fuori di testa – dice la madre nel docufilm ‘Io combatto’ che racconta i sette anni della sua lotta per la salvezza del figlio – Ho fatto il possibile come madre ma non sono riuscita a fare anche il padre. A mio figlio continuo a dire ‘combatti e sali sul podio della vita”’.

Ignazio Marino, ‘turbato da caso nipote Rossi Stuart, illegale sua detenzione’ – ”Sono rimasto molto turbato che il figlio di Loretta Rossi Stuart si trovi in grave difficoltà a causa della mancanza di un posto che lo possa accogliere in una Rems – ha detto in un videomessaggio l’ex senatore Ignazio Marino, a capo della commissione d’inchiesta del Senato sugli ospedali psichiatrici giudiziari che portò alla loro chiusura – Quello che sta avvenendo a un ragazzo che si trova in carcere invece che in luogo idoneo alle cure, oggi, grazie alla nostra giurisprudenza e alla legge che abbiamo introdotto, è illegale. Non si può chiudere in carcere una persona che è stata riconosciuta come incapace di intendere e di volere, quella persona deve essere curata con la dignità che spetta a ogni essere umano”.

Garante detenuti ‘un grido per i tanti ‘Giacomo’ che troviamo nelle carceri – ”Giacomo è sequestrato all’interno di un carcere, sta in un posto dove non dovrebbe stare – ha detto il Garante Stramaccioni – Il magistrato da un anno ha prescritto l’inserimento in una Rems ma da gennaio a oggi i posti non si sono liberati e Giacomo a 25 anni si ritrova rinchiuso a Rebibbia. La permanenza in carcere è dannosa per lui. Il nostro è un grido per i tanti ‘Giacomo’ che troviamo nelle carceri. Parliamo di numeri contenuti una media di 40-50 persone nel Lazio che aspettano di essere curate in luoghi idonei”. Stramaccioni si è chiesta come sia possibile che dopo la ”benedetta chiusura degli Opg non ci siano dei percorsi alternativi che non è detto siano automaticamente le Rems”.

Presidente ‘Psichiatria democratica’: ”Serve commissione su Rems e liste attesa” – ”Se la riforma ha retto si deve molto al movimenti dei familiari e dei cittadini, grazie a loro non siamo stati spazzati via. Le sorti del diritto alla salute mentale non sono mai state toppo ascoltate – ha detto Giusy Gabriele, presidente di ‘Psichiatria democratica – Si calcola che in Italia manca il 50% personale nei dipartimenti di salute mentale e il 50% del personale nei Serd, con punte dell’80%. Se i servizi non funzionano è evidente che migliaia di ragazzi stanno in condizioni di abbandono. La nostra proposta, già adottata in Toscana, è quella di creare una commissione paritetica regionale tra giuristi, funzionari e operatori per rivedere la questione delle Rems e delle liste di attesa. Ci sono delle cose che non funzionano, alcuni pazienti stanno in Rems ma potrebbero uscire subito e liberare posti. Lo spirito della riforma Marino era quello di trovare, prima delle Rems, delle soluzioni alternative. Spero che la situazione di Giacomo sia l’occasione di ottenere dalla Regione la ‘commissione Giacomo’”.

Assessore D’Amato, ‘da gennaio nuova Rems a Rieti e al lavoro su strutture intermedie’ – ‘’Entro gennaio aprirà una nuova Rems maschile a Rieti, con 15 posti disponibili. Sono terminati i lavori nella struttura ed è iniziato il collaudo. Una struttura che si va ad aggiungere agli 88 posti già esistenti nel Lazio, a Pontecorvo, Palombara Sabina, Subiaco e Ceccano”, ha annunciato l’assessore alla sanità della Regione Lazio Alessio D’Amato. ”La Rems devono essere l’ultima istanza ma, davanti ad un fabbisogno che da quel 2015 è aumentato, abbiamo bisogno anche di strutture intermedie, più flessibili anche per reati minori. Su questo tema c’è stata un’apertura a ragionare da parte della magistratura, va capito bene il profilo del paziente che può andare in queste strutture e soprattutto quali sono i profili di sicurezza che la magistratura ci richiede. La legge nazionale codifica la Rems ma non le strutture intermedie. Penso che riusciremo a partire nei primi mesi del 2020”.

”Siamo qui per accendere qualche lanterna nel buio delle istituzioni io voglio credere che lo stiamo facendo. Siamo soddisfatte – ha concluso Loretta Rossi Stuart – Dal Garante dei detenuti Stramaccioni e dalla presidente di Psichiatria democratica Giusy Gabriele sono arrivate proposte concrete per aprire un dialogo migliore tra i vai settori, ovvero magistratura e operatori sanitari, per far sì che le liste d’attesa per le Rems non si intasino così come è avvenuto per mio figlio. Si spera che si riuscirà ad avviare questa commissione di dialogo tra i vari addetti per favorire lo smistamento delle persone”.