Teatro: dal cinema al restauro d’auto, Sergio Di Pinto torna ed è Ricciotto  

Dal cinema al restauro d'auto, Sergio Di Pinto torna ed è Ricciotto

Pubblicato il: 15/11/2019 21:27

(di Veronica Marino) – A 18 anni ha incontrato il cinema con naturalezza, un po’ per passione, un po’ per fortuna, come dice lui. E a 35 anni ha aperto un’officina meccanica, un po’ per passione e un po’ per stare al ritmo della vita che aveva cambiato film. E’ Sergio Di Pinto, un caratterista romano, volto noto a chi ama tutta la filmografia degli anni ‘70, ‘80 e anche ‘90, che racconta all’Adnkronos la sua ‘scappatella’ teatrale. “Mi piace la mia nuova vita tra i motori, mi dà soddisfazione cercare pezzi di auto d’epoca ed è l’attività per la quale sacrifico le occasioni che saltuariamente si presentano di fare ancora cinema, ma questa volta ho voluto dire sì e mi sono concesso una scappatella col teatro. La proposta di Valentino Fanelli mi si cuciva addosso come un vestito su misura e la voglia di far divertire e divertirmi hanno avuto la meglio sugli impegni della mia officina. Così, fino al 17 novembre sono Ricciotto, il domestico del Marchese del Grillo“.

E’ dal 7 del mese che il Teatro Anfitrione di Roma fa il tutto esaurito con ‘Gasperino er Carbonaro’, la commedia di Andrea Quintili diretta da Valentino Fanelli che veste anche i panni del protagonista, il famoso Marchese del Grillo, che riporta alla memoria Alberto Sordi, e il Carbonaro, identico a lui nella forma, ma con meno astuzia e qualche litro in più di vino nelle vene. Ed è Fanelli che ha voluto la partecipazione straordinaria di Sergio Di Pinto. Per lui un nuovo tuffo nell’altra faccia della sua vita che gli ha fatto venire voglia di raccontarsi un po’: “Sono sempre stato e sono ancora una persona timida e con poche smanie di protagonismo, ma quando ho iniziato a muovermi sul set mi sono accorto che tutto il resto spariva e che io mi liberavo di qualunque altro pensiero. Un incantesimo che non ho mai saputo spiegare, ma che funziona solo se condivido il palcoscenico almeno con un altro attore. Poi non è importante chi faccia la spalla all’altro, ci si può scambiare le parti. L’importante è far ridere il pubblico. Non sono per niente attratto da testi, nel cinema come nel teatro, che non facciano divertire”.

Sergio Di Pinto oggi restaura macchine d’epoca come 500 o Topolino, e lui stesso aveva una bianchina, prima che gliela rubassero. Nella sua officina passano veri gioielli di oltre 50 anni fa ma anche Ferrari e macchine di lusso dei giorni nostri perché, se da attore ha saputo attirare l’attenzione di registi come Dino Risi, Steno, Salvatore Samperi, Bruno Corbucci, Marco Risi, Carlo Vanzina e Sergio Rubini, come imprenditore negli anni si è guadagnato la fiducia di chi ha un legame speciale con la propria auto. La sua vita sempre a caccia di pezzi unici non manca di ritmo, ma un sogno nel cassetto potrebbe farlo tornare sul set: “Ho una trama perfetta per un film tutto da ridere. Riccardo Milani sarebbe il regista perfetto. E io farei quello che so fare meglio, assieme ad altri due attori. Un trio molto movimentato, contro-tempo”. Un indizio? “Diciamo che l’età delle pensione può riservare delle sorprese”. Ma anche questo sogno non lo rende ‘schiavo’, così come non lo è stato del cinema quando ha percepito che il vento della settima arte stava cambiando per un caratterista come lui. Sergio Di Pinto ha gli occhi che ridono e gli viene facile trovare il bello della vita.