Diabete in aumento nei bimbi, tre ‘segnali’ per riconoscerlo 

Diabete in aumento nei bimbi, tre 'segnali' per riconoscerlo

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Pubblicato il: 20/11/2019 15:29

di Margherita Lopes

Un’epidemia sottotraccia, in aumento fra i bambini italiani a un ritmo del 3% l’anno. “Il diabete di tipo 1, quello di origine autoimmune, è in crescita, anche se il motivo non è ancora chiaro. Si sospettano fattori ambientali, alimentari, il sovrappeso, ma ancora non c’è una spiegazione certa. Il problema è che il 40% dei bambini in Italia arriva alla diagnosi in ritardo, quando è già in chetoacidosi. E talvolta le condizioni sono così gravi da richiedere un ricovero in rianimazione”. E’ il quadro tracciato per l’Adnkronos Salute da Stefano Cianfarani, responsabile dell’Unità operativa di diabetologia dell’Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma, struttura che fa circa 90 nuove diagnosi l’anno e segue 1.200 piccoli pazienti.

“Si tratta di un problema da non sottovalutare: nel nostro Paese ancora oggi uno o due bambini l’anno muoiono a causa di questa malattia”, scoperta troppo tardi. “Occorre aumentare la consapevolezza del rischio, per favorire una diagnosi precoce”. Sono tre, spiega Cianfarani, i segnali di allarme, che devono insospettire i genitori: “Il bambino all’improvviso inizia a bere di più, fa più spesso pipì e perde peso. Ecco, questi sono elementi da non sottovalutare”.

E se i casi al di sotto dei 2 anni sono rari, “noi vediamo bambini colpiti già a 3-3,5 anni e l’età media, ora intorno ai 6-9 anni, si sta abbassando“. In Italia vivono circa 20 mila bambini con diabete di tipo 1, la forma più diffusa nella popolazione pediatrica. “E’ davvero importante sensibilizzare le famiglie e i pediatri, in modo da riconoscere e trattare il prima possibile questi bambini”, sottolinea il medico.

Un momento chiave per intercettare questi piccoli pazienti potrebbe essere l’arrivo in pronto soccorso. “Però lo stick per la misurazione della glicemia nei pronto soccorso c’è, ma non viene usato nei bambini. Utilizzarlo permetterebbe di far emergere i casi prima che le condizioni dei piccoli diventino (troppo) gravi”, conclude Cianfarani, sottolineando l’importanza dell’uso “sistematico di questo stick nei pronto soccorso della Penisola”.