Libri: ‘Elfi al quinto piano’, favola per bimbi ribelli capaci di cambiare il mondo 

‘Elfi al quinto piano’, una favola per bimbi ribelli capaci di cambiare il mondo

Pubblicato il: 20/11/2019 15:50

di Loredana Errico

I bambini ribelli sono capaci di cambiare mondo. Di esempi ce ne sono tanti. C’è Malala Yousafzai, attivista pakistana, la più giovane vincitrice del Premio Nobel per la pace, ma anche Greta Thunberg, l’attivista ‘con le trecce’ che sta portando in piazza i giovani di tutto il mondo per vincere la sfida del cambiamento climatico. Ed è proprio a questa ‘generazione disubbidiente’, che non smette di chiedere ‘perché’, che Francesca Cavallo dedica il suo ultimo lavoro ‘Elfi al quinto piano’ in uscita per Feltrinelli Editore.

La co-autrice del fenomeno mondiale ‘Storie della buonanotte per bambine ribelli’ (800.000 copie in Italia, quattro milioni di copie nel mondo, libro d’oro in Italia nel 2017), torna domani in libreria con una favola di Natale universale e contro ogni pregiudizio: ‘Elfi al quinto piano’, infatti, è la prima storia natalizia per bambini ad avere una famiglia con due mamme. “Una grande avventura che ho scritto volendomi confrontare con le storie di Natale, tipo ‘Mamma ho perso l’aereo o Miracolo nella 34esima strada, che hanno accompagnato le mie vacanze natalizie da bambina con i parenti” afferma Francesca all’Adnkronos.

La storia, illustrata da Verena Wugeditsch, racconta l’avventura natalizia di una famiglia da poco arrivata nella città di R. Qui Manuel, Camila e Shonda, insieme alle loro due mamme Isabella e Dominique, incontrano dieci simpatici elfi che hanno per loro una richiesta molto particolare: aiutarli a impacchettare i 23.019 regali per i bambini della città e consegnarli in tempo per il passaggio della slitta di Babbo Natale la sera del 24 dicembre. Ma non tutto andrà liscio. Ci vorrà l’intuito e l’intraprendenza di una ragazzina per portare a termine la missione e, soprattutto, per far cadere le convinzioni degli adulti e poter vivere un vero Natale nella città di R.

Il libro è dedicato “a tutti i bambini che disubbidiscono agli adulti per cambiare il mondo”. “Mi interessa moltissimo il tema della leadership morale dei bambini. Fino 3-4 anni fa era impossibile pensare che le parole dei bambini avrebbero influenzato addirittura l’agenda politica” racconta l’autrice che aggiunge: “è un fenomeno importante e Greta (Thunberg, ndr) è sicuramente la punta di diamante ma ci sono anche tanti italiani attivi, penso ad esempio al ragazzino di Torre Maura”.

“Sono voci esterni al sistema e da parte della società si sta verificando la capacità di assorbimento di questi voci che fino a poco tempo fa erano totalmente ignorate”. Questo perché non si è mai troppo piccoli per capire e fare la differenza.

Francesca, tarantina classe 83 che oggi vive a Los Angeles in California, è cresciuta credendo che alcune storie non potevano stare nei libri per bambini, come quelle che raccontano di famiglie con due mamme o due papà. Ma la vita e l’esperienza le hanno fatto capire che anche gli adulti sbagliano. “Quando ero bambina la possibilità di essere una donna omosessuale non era contemplata”.

Ma poi, “piano piano, quando ho scoperto la mia omosessualità e ho iniziato ad innamorarmi, ho iniziato a liberarmi di questo fardello, anche se non del tutto”. Per questo nell’introduzione del libro Francesca scrive una lettera ai bambini ma anche a se stessa “per non crescere con questo tabù e poter diventare adulti più liberi”.

Oggi, rispetto a certi temi, “la società è senza dubbio più accogliente, rispetto a quando era bambina”. Ma nonostante i progressi, “è ancora presente la retorica della straordinarietà che è dannosa anche quando utilizzata con le migliori intenzioni”. Secondo l’autrice il “termometro del dibattito pubblico si potrà spostare solo quando tutte le famiglie verranno considerate uguali”. In fondo “l’amore è una cosa semplice”. Per questo, conclude Francesca, “spero che la mia storia incoraggi i bambini, ma anche gli adulti, a superare le piccole paure, avendo la curiosità e la voglia di accogliere anche quello che ci fa un po’ paura”.