Rai, Salini in pausa di riflessione: vuole più spazio per le donne 

Rai, Salini in pausa di riflessione: vuole più spazio per le donne

(Fotogramma)

Pubblicato il: 27/11/2019 21:37

di Veronica Marino

Ogni storia è fatta di tante verità, frammenti che compongono un puzzle. E anche la storia delle nomine Rai ‘sospese’ sembra proprio essere così. Oggi abbiamo ha raccontato che a far depennare dall’ordine del giorno del Cda Rai di domani i nomi dei nuovi direttori sia stato un nodo politico impossibile da sciogliere in tempo per presentare i curricula 24 ore prima del consiglio di amministrazione di domani mattina. E dentro la parola ‘nodo’ abbiamo inserito, di fatto, la difficoltà di mettere insieme i desiderata dei diversi partiti ai quali alcuni consiglieri prestano attenzione. Sorvolando sui nomi già richiamati, abbiamo indagato ancora nel corso della giornata scoprendo che c’è un altro frammento di verità da portare alla luce in questa storia ‘infinita’ delle nomine Rai che, al di là del capo azienda di ieri o di oggi, appare un tormentone di tutte le stagioni.

E il frammento è il seguente: a quanto apprende l’Adnkronos l’ad Salini avrebbe fermato i giochi dei nomi che, fino a questa mattina alle 8 e 30 prevedevano 7 direzioni guidate da uomini (Stefano Coletta sia a Ra1 che alla Direzione Prime Time, Ludovico Di Meo sia a Rai2 che alla Direzione Cinema e Serie Tv, Franco Di Mare sia a Rai3 che alla Direzione Day Time e Mario Orfeo al Tg3), soprattutto perché non voleva mettere la firma su una Rai incapace di dare alle donne ruoli apicali, al di là dei desideri dei partiti. Dobbiamo dare spazio alle donne, avrebbe ripetuto anche ieri.

Ma anche un altro elemento lo avrebbe portato alla decisione di far saltare le nomine dall’ordine del giorno del Cda di domani e cioè l’essersi reso conto che era poco congruo dal punto di vista industriale cambiare solo il timone della testata Rai che sta facendo più ascolti. Insomma, proprio nel momento in cui è sotto la maggiore pressione Salini starebbe, dunque, decidendo se switchare mettendo al centro delle priorità l’interesse dell’Azienda o gli equilibrismi del rapporto con i partiti.